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Alla fine di ottobre l’emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani, ha emanato la legge 17/2018 che istituisce un Fondo assicurativo e di sostegno per i lavoratori. Con questo fondo centinaia di lavoratori migranti sfruttati da datori di lavoro senza scrupoli sperano di vedere rispettati i loro diritti.
“Sebbene sia da vedere come la legge verrà applicata, si tratta di un positivo avvicinamento agli impegni presi dal Qatar in favore dei diritti della forza-lavoro migrante – ha commentato in una nota ufficiale Steve Cockburn, vicedirettore del programma Temi globali di Amnesty International –. Ora le autorità devono assicurare che il fondo sia dotato di sufficienti risorse per porre tempestivo rimedio allo sfruttamento subito dai lavoratori migranti”.
Da anni denunciamo i molteplici ostacoli e gli estenuanti ritardi cui vanno incontro i lavoratori migranti in Qatar che ricorrono in tribunale per ottenere le paghe dovute. Alcune imprese, come Mercury MENA, hanno abbandonato i loro lavoratori in condizioni di vita difficili mentre cercavano, quasi sempre invano, di ricevere gli stipendi arretrati.
“Appena un mese fa abbiamo denunciato che molti lavoratori assunti dall’impresa ingegneristica Mercury MENA erano stati lasciati soli e disperati senza stipendio. Purtroppo, non si tratta di un caso isolato. L’istituzione del fondo potrebbe dare protezione e respiro a tutti i lavoratori che si trovano in una situazione analoga. Chiediamo al governo del Qatar di assicurare che i lavoratori della Mercury MENA, molti dei quali tornati nei loro paesi senza soldi, siano tra i primi beneficiari del fondo”, ha aggiunto Cockburn.
Nel marzo 2018 sono entrati in funzione i Comitati per la risoluzione delle controversie sul lavoro, un meccanismo destinato a migliorare l’accesso dei lavoratori alla giustizia. Questo sistema ha reso più veloce l’esame dei reclami da parte dei lavoratori ma non ha individuato soluzioni in favore di quelli che non vengono pagati a causa delle difficoltà finanziarie in cui versano le imprese che li hanno assunti. Il Fondo assicurativo e di sostegno per i lavoratori potrebbe risolvere situazioni del genere.
Il governo del Qatar ha più volte promesso riforme fondamentali nel settore del lavoro migrante e nell’ottobre 2017 ha varato un programma di cooperazione tecnica insieme all’Organizzazione internazionale del lavoro che potrebbe, se applicato in ogni sua parte, portare alla fine del sistema abusivo dello “sponsor”.
“Resta comunque molto da fare perché il Qatar rispetti le promesse di apportare miglioramenti nel campo dei diritti dei lavoratori in vista e prima dei mondiali di calcio del 2022. Ribadiamo la nostra richiesta affinché sia abolito completamente il sistema abusivo dello ‘sponsor’ che continua a permettere lo sfruttamento di un gran numero di lavoratori migranti”, ha concluso Cockburn.