Qatar: l’accordo per affrontare l’abuso dei lavoratori migranti potrebbe aprire un percorso di riforma

27 Ottobre 2017

Tempo di lettura stimato: 6'

Qatar / Onu: secondo Amnesty International l’accordo per affrontare l’abuso dei lavoratori migranti potrebbe aprire un percorso di riforma

Un nuovo accordo concluso tra le autorità del Qatar e l’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) indica un percorso che, se rispettato dal governo, potrebbe portare alla riforma a lungo promessa del sistema abusivo dello “sponsor”, ha dichiarato Amnesty International.

L’organizzazione per i diritti umani accoglie con cautela l’accordo, reso pubblico il 26 ottobre, che stabilisce un progetto di cooperazione tecnica in cui il governo del Qatar si è impegnato a rivedere le proprie leggi portandole in linea con gli standard internazionali del lavoro e sotto la guida degli esperti dell’Ilo. Tuttavia, esorta il governo a chiarire come e quando terrà fede a questi impegni in vista di una sessione chiave dell’Ilo l’8 novembre.

“Questo accordo rappresenta un gradito cambiamento che offre, in prospettiva, una speranza per i lavoratori migranti in Qatar. Presenta alcuni impegni positivi – in particolare rispetto ai salari non retribuiti”, ha dichiarato James Lynch, vicedirettore del programma Temi globali di Amnesty International.

“Tuttavia, alla domanda se si tratti di una vera e propria svolta risponderanno a breve le azioni del governo. Chiarirà categoricamente, per esempio, se intende modificare la legge per consentire a tutti i lavoratori migranti, senza eccezioni, di lasciare il paese anche in mancanza del permesso del datore di lavoro? Dovrebbe fare questo, secondo la nostra lettura, per portare a compimento questo accordo”.

Il progetto congiunto Ilo-Qatar, che è stato concordato, indica cinque settori d’azione per affrontare il lavoro forzato in Qatar. Uno di questi include la rimozione delle “restrizioni alla possibilità dei lavoratori migranti di cambiare datore di lavoro e di uscire dal paese”, che sono causa principale dell’abuso dei lavoratori migranti.

Fino a quando non saranno state riformate le leggi relative all’ingresso, all’uscita e all’occupazione dei lavoratori nel paese, i lavoratori migranti in Qatar continueranno a essere soggetti a un sistema di sponsorizzazione che li pone a un alto rischio di grave abuso di manodopera.

“Il Qatar ha già affermato che abolirà il suo sistema di sponsorizzazione lasciando intatti elementi chiave che espongono i lavoratori a non poter lasciare il paese o cambiare lavoro senza il permesso dei datori di lavoro”, ha aggiunto James Lynch.

“Questo accordo dovrebbe indicare un cambiamento di approccio e controlleremo con attenzione se le leggi e le pratiche cambieranno”.

Il governo del Qatar non ha finora annunciato alcuna riforma del suo sistema dello “sponsor” aldilà di un breve e non specifico riferimento a un emendamento al funzionamento del suo sistema di permesso di uscita incluso nel verbale di una riunione del consiglio dei ministri del 25 ottobre.

Lo stesso giorno, il governo del Qatar ha annunciato pubblicamente i piani per introdurre un salario minimo e istituire un fondo per pagare i lavoratori migranti a cui un salario è dovuto. L’accordo con l’Ilo prevede un impegno per migliorare e ampliare la copertura del sistema di protezione salariale esistente, inclusi “alla fine” i lavoratori domestici.

Amnesty International ha ripetutamente riscontrato l’impatto devastante del prolungato mancato pagamento dei salari da parte di aziende che sono fallite o sono sul punto di farlo e per diversi anni ha richiamato il governo ad affrontare questo problema. Se attuate efficacemente, queste misure sarebbero positive per i lavoratori migranti in Qatar.

Ulteriori informazioni

I dettagli del progetto di cooperazione tecnica sono stati pubblicati il ​​26 ottobre come parte di una relazione per l’organo governativo dell’Organizzazione internazionale del lavoro in vista della sua seduta dell’8 novembre che esaminerà una denuncia di lavoro forzato contro il Qatar. Durante la sessione, l’Ilo dovrebbe prendere in considerazione se avviare una commissione di inchiesta sul fallimento del Qatar nel prendere provvedimenti per gli abusi nei confronti dei lavoratori migranti.

Il rapporto di Amnesty International “Nuovo nome, vecchio sistema? La nuova legislazione del Qatar in materia d’impiego e lo sfruttamento dei lavoratori migranti” del 2016 è online all’indirizzo:

https://www.amnesty.it/qatar-lavoratori-migranti-ancora-rischio-nonostante-le-riforme/

FINE DEL COMUNICATO

Roma, 27 ottobre 2017

Per interviste:

Amnesty International Italia – Ufficio Stampa

Tel. 06 4490224 – cell. 348 6974361, e-mail: press@amnesty.it