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Il 23 dicembre si gioca in Qatar, paese cui è stata affidata l’organizzazione dei Mondiali di calcio del 2022, la Supercoppa italiana tra Juventus e Milan.
Il Qatar è da tempo al centro delle preoccupazioni di Amnesty International e di inchieste dei mezzi d’informazione per la condizione di sfruttamento estremo dei lavoratori migranti impegnati nella costruzione degli stati e di altri impianti e infrastrutture: condizioni che, come denunciato recentemente dall’organizzazione per i diritti umani, non sono mutate significativamente a seguito dell’entrata in vigore di una nuova legislazione sul lavoro.
In questi ultimi anni, molte blasonate squadre europee hanno trascorso periodi invernali di allenamento presso i complessi sportivi del Qatar o hanno giocato importanti partite nel paese, contribuendo in questo modo a farne un centro di élite per il calcio mondiale.
Nella visione strategica della Fifa presentata dal presidente Gianni Infantino nell’ottobre 2016, gli organi di governo del calcio devono usare la loro influenza per affrontare i rischi relativi ai diritti umani “con la stessa determinazione con cui perseguono i loro interessi commerciali”.
Secondo Amnesty International, le grandi squadre che si allenano e giocano in Qatar dovrebbero esprimere il desiderio di farlo in un ambiente favorevole, e non contrario, ai diritti umani.