Quella raffineria non inquinerà più

21 Ottobre 2010

Donne della comunità nativa Dongria Kondh, India orientale

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Segnando una vittoria storica per i diritti delle comunità native e per l’accertamento della responsabilità delle aziende, il governo indiano ha bocciato il progetto di una miniera di bauxite sulle colline di Niyamgiri, nello stato dell’Orissa, nell’India orientale. La decisione, annunciata il 24 agosto, viene dopo anni di campagne dei dongria kondh e di altre comunità native per le quali il progetto della miniera era una minaccia alla loro sopravvivenza.

L’intervento di Amnesty International ha giocato un ruolo decisivo: nel 2008 inizia la nostra campagna in difesa dei diritti delle popolazioni locali e nel 2010 il rapporto “Non minate la nostra esistenza” documenta e racconta al mondo le violazioni dei diritti umani e della legge.

Sei mesi dopo, un rapporto del governo indiano che arrivava a conclusioni simili, ha posto le basi per la decisione del governo di bocciare il progetto della miniera. Il 20 ottobre 2010, il governo ha sospeso i progetti di sestuplicamento della raffineria di alluminio a Lanjigarth, ai piedi delle colline di Niyamgiri. Le attività della raffineria sono state collegate all’inquinamento dell’acqua e dell’aria che comprometteva la vita delle comunità locali.

Secondo il governo indiano il progetto della miniera di bauxite aveva già violato in maniera massiccia le leggi a tutela delle foreste e dell’ambiente e che i progetti di espansione della raffineria erano illegali e avrebbe causato ulteriori violazioni. La sentenza ha colpito duramente le aziende coinvolte nel progetto della miniera sulle colline di Niyamgiri, una sussidiaria della britannica Vedanta Resources e la Orissa Mining Corporation di proprietà dello stato.

Amnesty International ha lavorato con le comunità dongria kondh per appellarsi contro il permesso ambientale rilasciato per la miniera. Oltre 30.000 soci di Amnesty International hanno scritto alle autorità indiane mentre l’organizzazione per i diritti umani discuteva con la compagnia. Nel frattempo, i soci di Amnesty International e di altre organizzazioni non governative che lavorano su questi temi hanno manifestato fuori dagli uffici londinesi della Vedanta durante l’Assemblea generale annuale della compagnia.

Amnesty International ha contribuito, attraverso le sue mobilitazioni e attività di pressione, a bloccare i progetti della miniera e dell’espansione della raffineria per diversi mesi prima che il governo prendesse la decisione finale di rigettare il progetto della miniera.

Un leader dei dongria kondh ha riferito ad Amnesty International: “Dopo anni di battaglia e visite dei comitati, le nostre voci hanno finalmente raggiunto Delhi“.

Diversi investitori hanno abbandonato la Vedanta per quello che è successo nello stato dell’Orissa. Nel 2007, il Norwegian Pension Fund ha ritirato i 15,6 milioni di dollari investiti nella compagnia dopo aver ricevuto informazioni da diverse organizzazioni, tra cui Amnesty International, di violazioni dei diritti umani. A febbraio 2010, anche lo Joseph Rowntree Charitable Trust e la Chiesa d’Inghilterra hanno ritirato i loro investimenti dalla Vedanta.