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Repubblica di Polonia

Capo di stato: Andrzej Duda

Capo di governo: Mateusz Morawiecki

L’accesso all’aborto è stato ulteriormente limitato. Accuse penali sono state utilizzate per ridurre la libertà d’espressione. Le autorità hanno continuato a erodere l’indipendenza

della magistratura. La libertà di riunione pacifica è stata limitata. Sono perdurate le violazioni dei diritti delle persone Lgbti. Sono state adottate misure positive per accogliere tra uno e due milioni di rifugiati dall’Ucraina, sebbene sia continuata l’ostilità ufficiale nei confronti di rifugiati e migranti arrivati attraverso la Bielorussia dal 2021.

 

DIRITTI SESSUALI E RIPRODUTTIVI

A gennaio è entrata in vigore una sentenza del Tribunale costituzionale, che ha dichiarato incostituzionale l’aborto per motivi di grave compromissione fetale e ha ulteriormente limitato l’accesso all’aborto. Ad aprile, gli esperti delle Nazioni Unite hanno nuovamente esortato le autorità a depenalizzare l’aborto.

La famiglia di una donna incinta ha chiesto un’indagine sul ruolo che il rifiuto di fornire ser- vizi per l’aborto potrebbe aver avuto nella sua morte; il caso ha portato a proteste a ottobre e novembre per ottenere giustizia e riforme. A giugno, la Corte europea dei diritti umani ha chiesto formalmente alla Polonia una risposta su altri cinque casi riguardanti il diniego di accesso ai servizi per l’aborto.

A luglio, il governo ha pubblicato dati che indicavano che nel 2021 gli ospedali avevano praticato solo 107 aborti, un drastico calo rispetto ai 1.076 dell’anno precedente. Tuttavia, a ottobre, l’organizzazione Abortion Without Borders ha pubblicato dati che mostrano che nei 12 mesi a partire dall’ottobre 2021 aveva aiutato 44.000 persone, tra cui 1.515 donne in fuga dalla guerra in Ucraina, ad accedere ai servizi per l’aborto.

 

DIFENSORI DEI DIRITTI UMANI

Ad aprile è iniziato il processo contro la difensora dei diritti umani Justyna Wydrzynska, accusata ai sensi di leggi draconiane e discriminatorie di aver fornito informazioni e supportato una donna incinta che necessitava di un aborto sicuro1. Sempre ad aprile, gli esperti delle Nazioni Unite hanno chiesto alle autorità di ritirare tutte le accuse contro di lei e di smettere di prendere di mira i difensori dei diritti umani, in particolare quelli che si oppongono alla restrittiva legge sull’aborto vigente nel paese.

 

PROCESSI INIQUI

Nel corso dell’anno, il governo ha continuato a prendere di mira giudici e pubblici ministeri che avevano espresso preoccupazione per le riforme del sistema giudiziario. Due giudici sono rimasti sospesi dalla camera disciplinare. Uno di loro, Piotr Gąciarek, non è stato autorizzato a lavorare nonostante una sentenza avesse ripristinato i suoi pieni diritti giudiziari. Numerosi procedimenti disciplinari erano pendenti nei confronti di altri giudici indipendenti, alcuni dei quali sono stati sospesi per aver applicato sentenze della Corte europea dei diritti umani e della Corte di giustizia dell’Ue.

È perdurata la preoccupazione internazionale per l’erosione dell’indipendenza della magistratura. A febbraio, la Corte europea dei diritti umani ha stabilito che le modifiche alla procedura di nomina dei giudici della sezione civile della Corte suprema hanno fatto sì che tale organo non potesse più essere considerato indipendente e imparziale. A ottobre, nel caso Juszczyszyn vs. Polonia, la Corte europea dei diritti umani ha stabilito che la sospensione del giudice Paweł Juszczyszyn da parte della sezione disciplinare della Corte suprema violava i suoi diritti a un processo equo e alla vita privata.

 

LIBERTÀ DI RIUNIONE

A marzo, diverse Ong, tra cui Civicus, hanno criticato la continua prassi del governo e dei suoi sostenitori di utilizzare le cosiddette “assemblee cicliche”, cioè quelle organizzate su base regolare, per impedire legittime e pacifiche contromanifestazioni che si dovevano tenere nello stesso luogo e momento. A ottobre, membri del partito al potere Legge e giustizia hanno utilizzato una “assemblea ciclica” per impedire contromanifestazioni di protesta durante una commemorazione mensile a Cracovia dell’incidente aereo di Smolensk, in cui perse la vita un ex presidente.

 

DIRITTI DELLE PERSONE LESBICHE, GAY, BISESSUALI, TRANSGENDER E INTERSESSUATE

A fine anno erano ancora 79 le unità amministrative polacche che si dichiaravano “zone libere dalle persone Lgbt”, sebbene molte altre siano state costrette a ritirare una risoluzione simile a seguito delle pressioni della società civile e della Commissione europea.

I difensori dei diritti delle persone Lgbti hanno subìto continui procedimenti penali e civili. Alcuni, come gli attivisti della mappa interattiva Atlas of Hatred, sono stati oggetto di azioni legali strategiche contro la partecipazione pubblica (Strategic Lawsuits against Public Participation – Slapp)2.

A gennaio, durante un procedimento giudiziario avviato da un attivista arbitrariamente detenuto per 24 ore dopo la cosiddetta protesta della Notte arcobaleno del 2020, l’agente di polizia che lo arrestò ha ammesso: “Ci fu ordinato di fermare tutte le persone che esibivano i colori Lgbt, indipendentemente da come si comportavano”.

A marzo, il tribunale distrettuale di Danzica si è pronunciato a favore della Ong Tolerado, in un procedimento penale privato che contestava l’uso di veicoli noti come “omofobus”, che circolavano nelle città polacche con slogan e striscioni omofobi.

 

DIRITTI DI RIFUGIATI E MIGRANTI

A febbraio è stato organizzato un intervento rapido di soccorso al confine e, grazie alla generosità della società civile e alla disponibilità delle autorità, la Polonia ha accolto oltre sette milioni di persone in fuga dall’Ucraina dopo l’attacco della Russia. A luglio, il Relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani dei migranti ha elogiato la risposta e ha raccomandato alle autorità polacche di garantire la sostenibilità del sostegno fornito ai rifugiati ucraini, data la tensione provocata da un tale afflusso improvviso e ampio di persone che necessitavano accesso ad alloggio, assistenza sanitaria e istruzione. A fine anno, tra uno e due milioni di persone risiedevano ancora in Polonia e sono state espresse preoccupazioni per l’accesso all’istruzione per i bambini ucraini considerate, tra le altre questioni, le difficoltà linguistiche.

Tale trattamento è stato in netto contrasto con quello riservato a rifugiati e migranti che da luglio 2021 hanno raggiunto il paese attraverso il confine bielorusso e hanno continuato a subire l’ostilità delle autorità. Le guardie di frontiera hanno usato violenza e forza illegale per costringere le persone a lasciare il territorio polacco e tornare nelle mani di funzionari bielorussi che le hanno sottoposte a ulteriori gravi abusi.

La maggior parte dei richiedenti asilo è stata detenuta dalle autorità polacche in strutture sovraffollate e inadeguate, senza accesso a procedure di asilo eque e sottoposta a trattamenti violenti da parte delle guardie. Molti sono stati rimpatriati con la forza nei paesi d’origine; alcuni sono stati sedati dai funzionari per costringerli a viaggiare3. A marzo, cinque attivisti sono stati arrestati e accusati di “favoreggiamento all’ingresso illegale”, per aver fornito assistenza umanitaria a un gruppo di persone, compresi bambini, bloccate in una foresta al confine tra Polonia e Bielorussia, che stavano lottando per sopravvivere senza acqua, cibo, riparo o accesso all’assistenza medica.

Anche il sostegno finanziario statale per chi ospitava i rifugiati durava solo 120 giorni. La legge sull’assistenza ai rifugiati ucraini che facilita, tra l’altro, l’accesso al mercato del lavoro e all’assistenza sanitaria, non è stata applicata in modo uniforme a tutte le persone in fuga dal conflitto. Il Relatore speciale delle Nazioni Unite ha notato un “approccio a doppio standard” nei confronti dei cittadini di paesi terzi che non rientravano in questo sistema.

Preoccupazioni specifiche sono state espresse anche dalle Ong riguardo al trattamento discriminatorio da parte dei funzionari dei rifugiati rom provenienti dall’Ucraina4. Si sono verificati episodi di razzismo e aggressioni anche nei confronti di cittadini non ucraini5.

 

DIRITTO ALLA PRIVACY

Amnesty International ha rivelato che lo spyware Pegasus della società di sorveglianza Nso Group era stato utilizzato contro il capo del personale del più grande partito di opposizione durante le elezioni parlamentari, nonché contro diversi altri membri dell’opposizione e il loro staff6. Le autorità si sono rifiutate di avviare ulteriori indagini fino a settembre, quando un tribunale ha ordinato un’indagine sull’uso di spyware ai danni di un procuratore.

 

VIOLENZA DI GENERE

Ad agosto, il ministero della Giustizia ha proposto ulteriori riforme legislative riguardanti gli ordini di protezione per le vittime di violenza domestica, nella direzione del rispetto dei requisiti previsti dalla Convenzione di Istanbul. Tuttavia, non sono state apportate modifiche per definire lo stupro sulla base dell’assenza di consenso o per riconoscere la violenza economica, in linea con gli obblighi previsti dalla Convenzione.

 

TORTURA E ALTRI MALTRATTAMENTI

A ottobre è stato rivelato che la procura aveva interrotto le indagini contro l’ex direttore dei servizi segreti, Zbigniew Siemiątkowski, in merito alla struttura carceraria segreta della Cia a Stare Kiejkuty. La decisione era stata presa nel 2020, ma non era stata mai resa pubblica.

 


Note
1 Poland: Charges against activist accused of aiding an abortion must be dropped, 7 aprile
2 Poland: “They Treated Us Like Criminals”: From Shrinking Space to Harassment of LGBTI Activists, 20 luglio.
3 Poland: Cruelty not compassion, at Europe’s other borders, 11 aprile.
4 Poland: “We came here, they didn’t want to let us in”: Roma from Ukraine treated as unwanted refugees, 27 settembre (solo in polacco).
5 Poland: Authorities must act to protect people fleeing Ukraine from further suffering, 22 marzo.
6 Poland: The use of the Pegasus software to spy on politicians is a threat to civil society, 7 gennaio (solo in polacco).

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