Le forze russe hanno continuato gli attacchi indiscriminati provocando migliaia di vittime civili e la distruzione di infrastrutture civili, tra prove di altri crimini ai sensi del diritto umanitario internazionale. Sotto la legge marziale sono proseguite le deroghe ai diritti alla libertà d’espressione e di religione. I casi registrati di violenza domestica sono aumentati notevolmente. Il nuovo progetto di legge sulle unioni civili includeva le relazioni tra persone dello stesso sesso. La guerra ha continuato ad avere un impatto devastante sui diritti economici e sociali, in particolare di minori e anziani, nonché sull’ambiente. Sono continuate gravi violazioni dei diritti umani nei territori occupati dalla Russia. (cfr. Russia)
La guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina è proseguita e ha provocato decessi di civili, distruzione di infrastrutture e livelli costantemente elevati di sfollati interni e rifugiati. Dal giorno dell’invasione su vasta scala della Russia, nel febbraio 2022, fino a fine novembre, l’Onu ha registrato 28.711 vittime civili, di cui 10.058 decedute. La controffensiva ucraina ha ottenuto guadagni territoriali minimi, aprendo la prospettiva di una guerra di logoramento prolungata e sollevando preoccupazioni sulla sostenibilità del sostegno militare da parte degli alleati dell’Ucraina. L’economia ha continuato a contrarsi in modo significativo ed è cresciuta la dipendenza da sovvenzioni e prestiti esteri. A luglio, la Russia si è ritirata dall’Iniziativa dei cereali del mar Nero, che aveva l’obiettivo di garantire la stabilità dei prezzi alimentari e scongiurare la minaccia di carestia nei paesi a basso reddito.
Il 14 dicembre il Consiglio europeo ha deciso di avviare i negoziati di adesione dell’Ucraina all’Ue.
Attacchi indiscriminati
Le forze russe hanno continuato gli attacchi indiscriminati colpendo le aree popolate e provocando moltissime vittime civili. In alcuni casi, commenti ufficiali russi sugli attacchi hanno fatto pensare che probabilmente i civili erano stati deliberatamente presi di mira. Il 5 ottobre, almeno 59 persone sono state uccise in un singolo attacco missilistico contro un bar nel villaggio di Hroza, nella regione di Kharkiv, durante una cerimonia funebre per un soldato ucraino. Un rappresentante russo alle Nazioni Unite ha parlato dei partecipanti alla cerimonia come di “collaboratori nazisti” del soldato, facendo riferimento alla giustificazione ufficiale russa della guerra di aggressione.
Apparentemente, le infrastrutture civili sono state sistematicamente prese di mira. Durante i mesi invernali, le forze russe hanno cercato di distruggere ulteriormente le infrastrutture energetiche dell’Ucraina, con una tattica intesa a massimizzare la sofferenza dei civili. Il ritiro della Russia dall’Iniziativa dei cereali del mar Nero è stato accompagnato da attacchi ad altre infrastrutture essenziali, tra cui gli impianti di stoccaggio ed esportazione del grano a Odessa e in altri porti.
Munizioni a grappolo e mine
Sia le forze russe sia quelle ucraine hanno utilizzato munizioni a grappolo e non hanno indicato alcuna intenzione di porre fine a questa pratica, nonostante la natura intrinsecamente indiscriminata delle armi e i rischi a lungo termine per la popolazione civile. In seguito alla fornitura di munizioni a grappolo all’Ucraina da parte degli Stati Uniti, le autorità si sarebbero impegnate a non utilizzarle nei centri abitati e a documentarne l’ubicazione per il successivo sminamento1. Sono state ampiamente utilizzate anche le mine terrestri antipersona e anticarro, facendo stimare che l’Ucraina sia il paese più pesantemente minato al mondo.
Prigionieri di guerra
La Russia ha costantemente negato alle organizzazioni umanitarie l’accesso ai prigionieri di guerra ucraini nei territori ucraini che ha occupato. La tortura e altri maltrattamenti nei confronti di tali prigionieri sono stati diffusi, comprese esecuzioni sommarie, finte esecuzioni, percosse ed elettrocuzione. Alcuni prigionieri di guerra ucraini sono stati processati per presunti crimini di guerra, suscitando il timore che siano stati perseguiti per la semplice partecipazione alle ostilità. Il prigioniero di guerra Maksym Butkevych, un importante difensore dei diritti umani ucraino, è stato tenuto in incommunicado nella regione occupata di Luhans’k prima di ricevere 13 anni di reclusione per presunti crimini di guerra che non avrebbe potuto commettere, ma che è stato costretto a “confessare” davanti alla telecamera2. È stato fatto scomparire forzatamente dopo l’udienza d’appello presso un tribunale di Mosca, durante la quale era presente attraverso un collegamento video3. Agli inizi di dicembre, è stato riferito che stava scontando la pena nella regione di Luhans’k.
Gli osservatori internazionali hanno avuto accesso ai luoghi di internamento gestiti dall’Ucraina e sono stati autorizzati a effettuare interviste riservate con i prigionieri di guerra russi. Il numero di denunce di abusi su tali prigionieri è marcatamente diminuito. Secondo l’Onu, 12 prigionieri di guerra russi internati in Ucraina hanno denunciato torture durante gli interrogatori e le evacuazioni prima di raggiungere i luoghi ufficiali di internamento.
La deroga al diritto alla libertà d’espressione e altri diritti è rimasta in vigore.
Secondo l’Ohchr, l’Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani, alla fine di luglio erano stati aperti procedimenti penali in oltre 2.000 casi, ai sensi dell’art. 436-2 del codice penale ucraino, che punisce “la giustificazione, il riconoscimento della legittimità e la negazione dell’aggressione armata della Federazione Russa contro l’Ucraina e la glorificazione dei suoi partecipanti”. Secondo i media ucraini, tra marzo 2022 e novembre 2023, questa restrizione sproporzionata del diritto alla libertà d’espressione ha portato a 443 condanne, molte delle quali non detentive. Un esempio di questo reato è definire la guerra un “conflitto civile interno”.
Ad agosto è stato avviato un procedimento penale ai sensi dell’art. 436-2 contro Yurii Sheliazhenko, cofondatore e leader del Movimento pacifista ucraino. Sostenitore del diritto all’obiezione di coscienza, è stato accusato di “giustificare l’aggressione russa contro l’Ucraina”. La sua abitazione è stata perquisita e gli è stato imposto il coprifuoco notturno in
attesa del processo.
La chiesa ortodossa ucraina (che è rimasta in una controversa subordinazione ecclesiastica alla chiesa ortodossa russa) è stata regolarmente accusata dalle autorità statali di essere un’agente della Russia nella sua guerra di aggressione. A marzo, il clero e i membri non ordinati sono stati sfrattati dal monastero delle grotte di Kiev, di proprietà statale e ad aprile il suo abate, il metropolita Pavlo Lebid, è stato posto agli arresti domiciliari e accusato ai sensi dell’art. 436-2 e dell’art. 161 (“violazione della ‘uguaglianza’ dei cittadini in base a razza, etnia, religione, ecc.”) del codice penale. I monaci sarebbero stati sgomberati dal monastero a meno che non si fossero uniti alla Chiesa ortodossa dell’Ucraina (subordinata alle autorità religiose ucraine).
A ottobre, il parlamento ha adottato in prima lettura un progetto di legge che vieta l’attività delle organizzazioni religiose affiliate ad “associazioni il cui centro di influenza si trova nello stato che ha commesso l’aggressione armata contro l’Ucraina”.
Secondo gruppi per i diritti umani e dati ufficiali della polizia, i livelli di violenza domestica hanno raggiunto il livello più alto mai registrato, dopo essere diminuiti durante i primi mesi dell’invasione su vasta scala della Russia. La polizia ha registrato 349.355 casi di violenza domestica da gennaio a maggio, rispetto ai 231.244 casi nello stesso periodo del 2022 e ai 190.277 nei primi cinque mesi del 2021. Il precedente record era stato registrato durante le misure di lockdown dovute al Covid-19 nel 2020.
Le persone anziane sono state colpite in modo sproporzionato dal conflitto, uccise e ferite in percentuali più alte rispetto agli altri civili. Le persone anziane sfollate hanno avuto difficoltà ad accedere ad alloggi privati in modo indipendente. I rifugi temporanei in genere sono rimasti fisicamente inaccessibili per le persone anziane, in particolare per quelle con una disabilità. Molte persone anziane sono state collocate in istituti residenziali specializzati o strutture mediche e hanno sofferto per l’isolamento e la segregazione. Le ostilità non sono state l’unica ragione dello sfollamento: molte di loro sono fuggite dalle proprie case per via della crisi de facto dei servizi assistenziali nelle loro comunità locali, mentre i familiari si sono trasferiti altrove e i servizi sociali a corto di personale non sono riusciti a far fronte ai crescenti bisogni.
Secondo i dati delle Nazioni Unite, dal 24 febbraio 2022 a fine novembre 569 minori sono stati uccisi e almeno 1.229 feriti. Non esistevano dati attendibili sul numero di minori ucraini trasferiti illegalmente dalle autorità russe occupanti in altri territori occupati o in Russia, ma si è stimato che fossero centinaia e forse migliaia. Tra questi si contavano minori orfani o che avevano perso i contatti con le famiglie, quelli provenienti da istituti per l’infanzia e minori che si erano allontanati da casa con il consenso dei genitori per scopi ricreativi, ma non erano riusciti a ricongiungersi con le famiglie dopo che la linea del fronte in movimento li aveva separati. Il 17 marzo, la Corte penale internazionale ha emesso mandati d’arresto nei confronti del presidente russo Vladimir Putin e del commissario per i diritti dell’infanzia Marija L’vova-Belova, per il presunto crimine di guerra di deportazione e trasferimento illegale di minori dalle aree occupate verso la Russia4.
La guerra in corso ha continuato a incidere sull’accesso dei minori all’istruzione, in particolare sull’insegnamento in presenza nei territori controllati dal governo. Le scuole senza rifugi antiaerei e quelle in prossimità della linea del fronte hanno impartito solo lezioni online. Altre scuole hanno offerto una combinazione di istruzione online e in presenza. Per l’insegnamento a distanza gli alunni dipendevano da una connessione Internet spesso inaffidabile a causa delle interruzioni di corrente e della mancanza di attrezzature informatiche adeguate, con un conseguente aumento del carico di lavoro per insegnanti che, oltre a quelli delle scolaresche, hanno dovuto affrontare anche i propri traumi legati alla guerra.
A marzo è stato pubblicato un progetto di legge sulla registrazione delle unioni civili, che includeva le coppie dello stesso sesso. Sebbene osteggiato da molte organizzazioni religiose, è stato sostenuto da ministeri chiave. I partner delle unioni civili, compresi i partner omosessuali, godrebbero degli stessi diritti di proprietà, eredità e protezione sociale delle coppie sposate. Il progetto non prevede la revoca del divieto esistente per le coppie dello stesso sesso di adottare minori.
L’aggressione russa in corso ha causato enormi danni ambientali, compreso l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo e il degrado della natura, oltre a minare le prospettive di un’azione climatica nazionale e multilaterale. Le infrastrutture per la gestione dei rifiuti sono state travolte da enormi quantità di detriti e rifiuti pericolosi. Secondo le Nazioni Unite, tra febbraio 2022 e marzo 2023 si sono verificati oltre 1.800 episodi di guerra che potrebbero aver causato danni ambientali.
Il 6 giugno, la diga di Kakhovka, nella regione di Cherson, è stata distrutta in quello che è sembrato essere un atto militare deliberato, ampiamente ritenuto essere stato ad opera delle forze russe. Ciò ha portato all’allagamento di centinaia di chilometri quadrati, mentre il bacino idrico e migliaia di chilometri quadrati di zone umide si sono prosciugati. Migliaia di persone sono state sfollate e decine sono state segnalate come morte o disperse nelle aree controllate dal governo; non si conosce il numero di vittime sulla riva sinistra, controllata dai russi, che potrebbe aver fatto salire molto di più il reale bilancio finale. Le autorità russe occupanti hanno rifiutato l’assistenza umanitaria da parte delle Nazioni Unite e di altri soggetti coinvolti, non sono riuscite a effettuare evacuazioni organizzate o a fornire un fondamentale sostegno umanitario ai civili e hanno ostacolato il lavoro dei volontari, mentre le forze russe hanno continuato gli attacchi indiscriminati sulla riva destra controllata dall’Ucraina, mentre erano in corso le evacuazioni dei civili5. La rottura della diga ha gravemente danneggiato la biodiversità della regione, ha portato alla contaminazione da sostanze chimiche e rifiuti, compreso il rilascio di centinaia di tonnellate di olio per macchine, ed è destinata a causare conseguenze ecologiche di lunga durata ben oltre i confini ucraini. Essa ha colpito l’approvvigionamento idrico di quasi un milione di persone.
La repressione dei diritti e delle libertà nei territori occupati dai russi si è intensificata. A partire da settembre, chi non possedeva il passaporto russo poteva entrare nei territori occupati solo dall’esterno della Russia attraverso l’aeroporto Šeremét’evo di Mosca. Le persone che l’hanno fatto sono state costrette ad attendere fino a 24 ore per completare le procedure di verifica, senza accesso a cibo e strutture igieniche, a sottoporsi a controlli intrusivi e a rispondere a domande sul fatto che sostenessero o meno l’“operazione militare speciale” della Russia contro l’Ucraina.
Privazione arbitraria della nazionalità
Le autorità occupanti hanno costretto i residenti ad acquisire passaporti russi se non volevano essere privati dell’accesso all’assistenza sanitaria, all’istruzione, al sostegno umanitario e sociale, all’occupazione e al diritto alla libertà di movimento.
Libertà d’espressione
Il diritto alla libertà d’espressione è stato ulteriormente represso. Qualsiasi segno di slealtà verso la Russia, incluso il possesso di materiali relativi all’Ucraina su dispositivi elettronici personali, come lo scambio di messaggi con familiari nell’Ucraina controllata dal governo, è stato monitorato e punito, anche attraverso sparizioni forzate, detenzione arbitraria, interrogatori, maltrattamenti e minacce di deportazione. Affinché partecipassero a riunioni pubbliche a sostegno dell’occupazione, i rappresentanti delle autorità locali ucraine sono stati intimiditi con violenze e minacce contro i loro parenti.
Detenzione arbitraria e sparizioni forzate
Le autorità ucraine hanno ufficialmente registrato oltre 20.000 civili come persone scomparse a causa della guerra e di altre “circostanze speciali” correlate. Numerosi civili inizialmente denunciati come scomparsi sono stati successivamente trovati detenuti arbitrariamente dalle forze russe nei territori occupati, a causa del loro sostegno all’Ucraina, della presunta affiliazione con le autorità o le forze armate ucraine o del rifiuto di collaborare con le amministrazioni occupanti. Molti sono stati trattenuti in incommunicado, spesso in detenzione non riconosciuta, nei territori occupati o in Russia, con una pratica che equivaleva a sparizione forzata.
Tortura e altro maltrattamento
Le forme più comuni di tortura e altri maltrattamenti denunciati contro le persone detenute nei territori occupati comprendevano percosse, privazione del sonno, fornitura inadeguata di acqua e cibo, periodi prolungati in posizioni dolorose e rifiuto di fornire assistenza sanitaria e igiene personale adeguate.
Diritto all’istruzione
Nei territori occupati dai russi tutte le scuole locali sono state costrette a seguire i programmi di studio russi. La frequenza scolastica è stata molto problematica, poiché i genitori sono stati minacciati di vedersi portare via i figli se non avessero frequentato la scuola o se fosse stato rilevato su dispositivi elettronici l’uso di piattaforme online per accedere alla scuola ucraina6. Un nuovo libro di storia introdotto a settembre è stato un palese tentativo di indottrinare illegalmente le scolaresche, violando il diritto dei minori a un’istruzione adeguata e di qualità7. Genitori e alunni sono stati costretti a partecipare a eventi di propaganda nelle scuole e a scrivere lettere di sostegno ai membri delle forze russe.
Processi iniqui
Le persone detenute nei territori occupati dalla Russia sono state sottoposte a udienze da parte di tribunali non riconosciuti e i loro diritti a un processo equo sono stati violati anche in altri modi. Negare la possibilità di accedere a un consulente legale di propria scelta è stata prassi comune, soprattutto nei casi politicamente motivati. Ai parenti sono state negate notizie sui propri cari e spesso sono dovuti ricorrere ad avvocati locali, pagando loro parcelle considerevoli, perché visitassero le strutture di detenzione e ottenessero informazioni sulle persone detenute. La pratica di ricorrere ad avvocati d’ufficio che non agivano nell’interesse dei loro clienti era comune.
I giudici hanno accettato prove inammissibili, incluse le “confessioni” forzate, per condannare persone con accuse motivate politicamente.
Dopo la condanna, numerose persone sono state trasferite illegalmente in Russia per scontare la pena. Per mesi non ci sono state informazioni sulla loro ubicazione durante il transito e la destinazione finale risultava spesso remota.
Crimea
Il territorio della penisola occupata è stato regolarmente preso di mira dagli attacchi ucraini contro presunti obiettivi militari. A luglio, un’esplosione ha danneggiato il ponte che collegava la Crimea alla Russia, uccidendo due persone e ferendo una minore.
Le autorità occupanti hanno continuato a reprimere i diritti alla libertà d’espressione, riunione pacifica e associazione. Rappresentanti della comunità tatara di Crimea, gruppi religiosi minoritari e persone che si opponevano alla guerra sono stati soggetti a licenziamenti dal lavoro, multe, perquisizioni domiciliari sempre più frequenti, intrusive e deliberatamente distruttive, arresti arbitrari e incarcerazione.
È proseguita la persecuzione degli avvocati per i diritti umani. Ad aprile, Lilya Gemedzhi è stata nuovamente radiata dall’albo, come ritorsione per aver difeso i membri della comunità tatara di Crimea8.
Note:
1 Ukraine: US transfer of cluster munitions to Ukraine undermines international efforts to safeguard civilians from indiscriminate weapons, 7 luglio.
2 Ukraine: Russia’s reprisals against prominent Ukrainian human rights defender who joined the Armed Forces of Ukraine, 17 agosto.
3 Russian Federation: Authorities must disclose whereabouts of Maksym Butkevych following enforced disappearance, 7 novembre.
4 Russia: ICC’s arrest warrant against Putin a step towards justice for victims of war crimes in Ukraine, 17 marzo.
5 Ukraine: “Callous disregard for human life” of Russian forces’ response to Kakhovka dam destruction compounded by its disastrous effects upstream, 15 giugno.
6 Ukraine/Russia: Children’s futures under attack as Russian aggression in Ukraine continues to restrict schooling, 11 dicembre.
7 Ukraine/Russia: New history textbook is a blatant attempt to unlawfully indoctrinate school children in Russia and Russian-occupied Ukrainian territories, 1 settembre.
8 Russian Federation/Ukraine: Further information: Human rights lawyer disbarred in Crimea: Lilia Hemedzhy, 24 aprile.