Ultime notizie sul paese

 

Repubblica Federale della Nigeria

Capo di stato e di governo: Muhammadu Buhari

Migliaia di civili sono stati uccisi, feriti o sfollati nel contesto del conflitto armato nel
nord-est del paese tra i gruppi armati Boko haram e Provincia dello Stato islamico in Africa occidentale (Islamic State West Africa Province – Iswap) e l’esercito nigeriano. Tutte le parti in conflitto hanno commesso impunemente violazioni del diritto internazionale, compresi crimini di guerra. In altre parti, le autorità hanno reagito alle uccisioni illegali e alle violenze perpetrate dai banditi con sparizioni forzate, tortura, detenzioni arbitrarie e gravi limitazioni alle libertà d’espressione e riunione pacifica. La libertà d’espressione degli organi d’informazione e dei giornalisti hanno dovuto fare i conti con le restrizioni alla libertà d’espressione imposte dalle autorità. Attivisti e manifestanti si sono visti limitare la loro libertà d’espressione e riunione pacifica. Più di 60.000 persone sono state sgomberate con la forza dalle loro case. L’incapacità delle autorità di proteggere la popolazione dagli effetti del cambiamento climatico ha provocato morti e sfollamenti.

 

VIOLAZIONI DEL DIRITTO INTERNAZIONALE UMANITARIO

Violazioni da parte dei gruppi armati

Lo stato è venuto meno alla sua responsabilità di proteggere la popolazione dai vari abusi commessi da Boko haram e dall’Iswap, oltre che da altri uomini armati non identificati. Secondo fonti di stampa, le persone uccise sarebbero state almeno 6.907 e altre 6.157 quelle rapite, mentre almeno 2.000 sarebbero state trasferite con la forza o sfollate internamente al paese.

Gli attacchi compiuti da Boko haram, che finora avevano interessato prevalentemente il nord- est del paese, durante l’anno si sono estesi negli stati del centro-nord e del nord-ovest. Gli attacchi che Boko haram ha indirizzato contro i civili, come quelli che hanno preso di mira abitanti dei villaggi, comunità agricole, vie di comunicazione e treni passeggeri, erano da considerarsi crimini di guerra.

Organizzazioni della società civile hanno denunciato che, il 26 maggio, Boko haram ha ucciso almeno 60 persone nella comunità di Rann, nello stato di Borno.

Il 5 luglio, uomini armati hanno assaltato il carcere di Kuje, ad Abuja, e liberato più di 60 sospetti membri di Boko haram.

Secondo fonti di stampa, il 15 novembre Boko haram avrebbe ucciso più di 15 donne nella comunità di Gwoza, nello stato di Borno, dopo averle accusate di essere delle streghe.

Delle centinaia di studenti rapiti da Boko haram negli anni precedenti, a fine anno rimanevano ancora prigioniere 110 ragazze.

Forze di sicurezza

Le forze di sicurezza hanno costantemente violato i diritti umani nel contesto delle operazioni militari condotte contro Boko haram nel nord-est del paese.

A dicembre, un’inchiesta della Reuters ha rivelato che dal 2013 l’esercito nigeriano stava portando avanti nel nord-est del paese un programma segreto di aborti forzati, che aveva già determinato almeno 10.000 interruzioni di gravidanza senza il consenso delle donne e ragazze interessate o senza che queste ne fossero consapevoli; questo potrebbero costituire crimine di guerra e crimine contro l’umanità.

Le autorità nigeriane hanno sistematicamente omesso di accertare le responsabilità dei funzionari della sicurezza per i crimini compiuti contro i civili.

 

LIBERTÀ D’ESPRESSIONE, ASSOCIAZIONE E RIUNIONE

Il 13 gennaio, il governo ha revocato un divieto imposto sette mesi prima contro la piattaforma social Twitter. Il 14 luglio, la corte dell’Ecowas ha stabilito l’illegalità della messa al bando di Twitter e ha ordinato allo stato della Nigeria di rispettare, proteggere, promuovere e realizzare i diritti alla libertà d’espressione e informazione e la libertà dei media.

Il 2 febbraio, la commissione nigeriana per le trasmissioni (Nigerian Broadcasting Commission – Nbc) ha sospeso un programma trasmesso dall’emittente radiofonica Vision Fm per avere fatto riferimento in un dibattito alla presunta incompetenza del capo dell’agenzia d’intelligence nazionale, Rufai Abubakar. Il 3 agosto, l’Nbc ha sanzionato quattro organi d’informazione per avere mandato in onda un documentario che era stato percepito “promuovere” il terrorismo.

Il 16 ottobre, il governo dello stato di Zamfara ha chiuso cinque emittenti che avevano mandato in onda un comizio della campagna elettorale di un partito d’opposizione.

Il 7 novembre, un tribunale di Kano ha condannato due celebrità del web, Mubarak Muhammad, conosciuto come Uniquepikin, e Nazifi Muhammad, a una settimana di reclusione, alla fustigazione e al pagamento di un’ammenda, per aver diffamato il governatore dello stato di Kano in una scenetta comica pubblicata sui social.

Attivisti e manifestanti

Il governo ha proseguito la sua stretta sulle proteste. Il 5 aprile, Mubarak Bala, presidente dell’Associazione umanistica della Nigeria, è stato condannato a Kano a 24 anni di carcere per disturbo della quiete, un reato codificato dal codice penale. Le accuse facevano riferimento a post pubblicati su Facebook ad aprile 2020, in cui avrebbe insultato il profeta Maometto.

Il 14 maggio, il governatore dello stato di Kaduna, Nasir el-Rufai, ha messo al bando le proteste religiose nello stato.

Il 27 luglio, il procuratore capo dello stato di Awka Ibom ha mandato in carcere per un mese per “oltraggio”, senza processo, l’attivista Inibehe Effiong.

I prigionieri di coscienza Omoyele Sowore e Olawale Bakare continuavano a dover rispondere di accuse create ad arte e a sostenere processi che si protraevano da tempo, per avere organizzato proteste pacifiche per chiedere il rispetto dei diritti umani e dello stato di diritto.

Il 20 ottobre, la polizia ha utilizzato gas lacrimogeni contro i manifestanti durante la commemorazione del secondo anniversario delle proteste del movimento #EndSars, al casello autostradale di Lekki. Almeno quattro persone sono state arrestate e detenute.

Giornalisti

Il 21 marzo, un’alta corte federale di Calabar ha archiviato le accuse inventate di tradimento contro il giornalista Agba Jalingo. Era rimasto in precedenza detenuto per più di 179 giorni.

Il 13 maggio, il blogger Bashiru Hameed è stato arrestato per avere reso pubblici presunti precedenti penali del governatore dello stato di Ogun. È stato rilasciato dopo essere stato costretto a ritirare la pubblicazione.

Il 13 ottobre, i giornalisti Abdulrasheed Akogun, del canale televisivo Fresh Insight Tv, e Dare Akogun, dell’emittente radiofonica Sobi Fm, sono stati arrestati dalla polizia nello stato di Ilorin Kwara per un messaggio di WhatsApp che accusava il governatore dello stato di Kwara di appropriazione indebita di fondi pubblici.

Il 22 luglio, cinque dipendenti di Peoples Gazette sono stati arrestati ad Abuja in seguito a un servizio pubblicato dal giornale, dal contenuto ritenuto diffamatorio nei riguardi dell’ex capo di stato maggiore dell’esercito.

Umaru Maradun, un corrispondente del portale d’informazione Leadership, nello stato di Zamfara, è stato arrestato il 23 luglio per motivi non precisati e rilasciato senza accusa il giorno seguente.

Il 4 agosto, Casmir Uzomah, un operatore radiofonico dello stato di Imo, è stato messo in carcere per oltre due mesi su disposizione del servizio di sicurezza di stato per avere mandato in onda una canzone considerata “offensiva” nei confronti del governatore dello stato.

 

ARRESTI E DETENZIONI ARBITRARI

Almeno 40 manifestanti erano ancora in detenzione senza processo nel carcere di Agodi, a Ibadan, e nel penitenziario di Kirikiri, a Lagos, a due anni dalla loro partecipazione alle proteste del movimento #EndSars contro le forze di sicurezza nigeriane. Il 4 febbraio, 21 manifestanti del movimento #EndSars trattenuti in incommunicado da 15 mesi nel carcere di Afaraukwu, a Umuahia, sono stati rilasciati senza accusa.

Il 23 giugno, l’Alta corte di Abuja ha riconosciuto un risarcimento danni a favore di Glory Okolie, per avere trascorso 150 giorni in detenzione con l’accusa di essere una spia del gruppo separatista Popolo nativo del Biafra (Indigenous People of Biafra – Ipob).

Il 13 ottobre, la corte d’appello ha scagionato il leader dell’Ipob Nnamdi Kanu da ogni accusa e dichiarato che il suo rapimento dal Kenya alla Nigeria era stato illegale e costituiva una violazione del suo diritto a un processo equo.

 

TORTURA E ALTRO MALTRATTAMENTO

Il ricorso a tortura e altri maltrattamenti è rimasto pervasivo all’interno del sistema giudiziario penale. Almeno 21 manifestanti del movimento #EndSars sono stati torturati durante la detenzione. Presso il dipartimento indagini penali di Umuahia e in altre strutture della polizia gli agenti torturavano i manifestanti arrestati tenendoli legati per le mani a delle barre di ferro e frustandoli alle caviglie con le verghe. Le vittime hanno riferito ad Amnesty International che almeno due manifestanti erano stati torturati a morte.

 

SPARIZIONI FORZATE

Le autorità hanno risposto alle attività dell’Ipob sottoponendo a sparizione forzata diversi uomini.

Sunday Nwafor, Uzonwanne Ejiofor e Wilfred Dike, detenuti segretamente dall’esercito senza accusa o processo dal 27 febbraio 2020, sono stati liberati il 14 settembre.

Abubakar Idris, un aperto critico del governo, continuava a risultare disperso dopo essere stato rapito da sospetti agenti statali nel 2019.

 

USO NON NECESSARIO ED ECCESSIVO DELLA FORZA

Le forze di sicurezza hanno fatto ricorso all’uso eccessivo della forza per disperdere proteste e raduni di natura pacifica. Il 19 ottobre, la polizia ha sparato gas lacrimogeni contro i paratleti che protestavano nel distretto di Surulere di Lagos, per la loro esclusione dal Festival sportivo nazionale.

Il 17 ottobre, un tribunale del coroner ha stabilito che Jumoke Oyeleke era morta sotto i colpi sparati dalla polizia durante un raduno della nazione yoruba a Ojota, nello stato di Lagos. Il 4 ottobre, la polizia ha ucciso una persona e ne ha ferite altre due, mentre protestavano contro le vessazioni dei funzionari della commissione per i reati economici e finanziari nella città di Ughelli, dello stato del Delta.

 

ESECUZIONI EXTRAGIUDIZIALI

Le forze di sicurezza nigeriane hanno ucciso almeno 122 persone in risposta alla crescente violenza e alle uccisioni dei propri agenti avvenute nel sud-est della Nigeria.

Il 17 luglio, almeno sette persone sono state sottoposte a esecuzione extragiudiziale da agenti dell’organizzazione paramilitare Ebubeagu, sostenuta a livello statale, nella città di Awo-Omamma, nello stato di Imo.

 

SGOMBERI FORZATI

Il 17 agosto, funzionari dell’amministrazione del Territorio della capitale federale (Federal Capital Territory Administration – Fcta) e delle agenzie di sicurezza hanno demolito circa un centinaio di strutture abitative nella comunità nativa di Dubaidna, nel distretto Durumi 3 di Abuja. Gli agenti di sicurezza hanno fatto ricorso all’uso non necessario ed eccessivo della forza, lanciando gas lacrimogeni e aggredendo fisicamente gli abitanti. Alcuni di questi hanno riportato ferite e l’esposizione di diversi bambini al gas lacrimogeno ha provocato lo svenimento di due minorenni. La comunità nativa continuava a subire pressioni affinché abbandonasse la propria terra ancestrale.

Altre comunità residenti nel Territorio della capitale federale, come ad esempio l’area della strada per l’aeroporto, Gishiri e Banana Village, hanno assistito alla demolizione delle loro case, mentre diverse altre rimanevano sotto la minaccia di essere sgomberate con la forza dall’Fcta.

Il 29 gennaio, le autorità dello stato di Rivers hanno sgomberato con la forza dalle loro case migliaia di abitanti delle comunità che si affacciano sul lungomare di Diobu, a Port Hartcourt. Lo sgombero forzato è stato eseguito senza adeguata notifica o consultazione.

 

DIRITTO ALLA VITA E ALLA SICUREZZA DELLA PERSONA

Le autorità hanno ignorato le previsioni che avevano anticipato l’arrivo di piogge torrenziali e alluvioni, che gli studi delle Nazioni Unite indicano come sempre più gravi a causa dal cambiamento climatico, e non hanno saputo adottare sufficienti contromisure per mitigarne l’impatto. Secondo le Nazioni Unite, le alluvioni che hanno devastato 25 stati della federazione hanno colpito più di 1,9 milioni di persone, provocato almeno 500 morti e causato lo sfollamento interno al paese di oltre 1,4 milioni di abitanti. Le alluvioni hanno determinato una situazione di emergenza sanitaria a causa dell’insorgere di malattie legate all’acqua, specialmente negli stati del nord-est. Gli stati di Yobe, Borno e Adamawa hanno registrato oltre 320 decessi causati dal colera.

Nel nord-ovest del paese c’è stata un’escalation delle attività dei banditi, con assalti e rapimenti. A causa dell’incapacità delle autorità di adottare misure in grado di proteggere le comunità, i gruppi armati rivali sono riusciti a ottenere il controllo effettivo di alcune aree della Nigeria, dove hanno imposto il coprifuoco e il pagamento di tasse, limitato il movimento delle persone e le attività necessarie ai loro mezzi di sussistenza. Nel sud-est, uomini armati non identificati hanno compiuto rapide incursioni, uccisioni e furti di proprietà che hanno determinato situazioni di indigenza nelle comunità locali.

L’esercito ha condotto operazioni contro il banditismo nel nord-ovest e contro la Rete orientale per la sicurezza, l’ala paramilitare dell’Ipob, nel sud-est. Le forze di sicurezza hanno costantemente violato i diritti umani nel contesto di queste operazioni. Secondo fonti di stampa, il 17 aprile i militari hanno aperto il fuoco contro civili residenti a Orlu, nello stato di Imo, uccidendo, secondo le stime, quattro persone.

Gli attacchi dei vigilantes sono diventati sempre più frequenti. Tra gennaio e dicembre, sarebbero state più di 75 le persone morte in Nigeria in seguito agli attacchi compiuti da vigilantes. Esperti di sicurezza hanno attribuito la crescente incidenza di questi attacchi alla mancanza di fiducia delle persone nel sistema giudiziario.

Il 28 marzo, almeno 65 persone sono state rapite e altre otto sono state uccise da uomini armati che hanno assaltato un treno nel tragitto che collega la capitale Abuja alla città di Kaduna1.

 

RESPONSABILITÀ SOCIALE DELLE IMPRESE

Inquinamento da petrolio e danni ambientali hanno continuato a compromettere l’esercizio dei diritti umani della popolazione del Delta del Niger. Il 16 giugno, la Corte suprema della Nigeria ha confermato una precedente sentenza di un tribunale di grado inferiore, che aveva vietato alla Shell di vendere i suoi beni nigeriani fino alla risoluzione di una disputa riguardante il risarcimento della comunità del Delta del Niger per una fuoriuscita di greggio verificatasi nel 2019. Le operazioni di bonifica dell’area da parte della Shell continuavano a essere inadeguate.

 

DIRITTI DEI MINORI

Dal 2014 i gruppi armati avevano rapito dalle scuole nigeriane più di 1.776 studenti. Le autorità hanno continuato a non indagare su questi attacchi e a non proteggere i minori.

Secondo le stime dell’Unesco, in Nigeria circa 20 milioni di bambini e giovani non frequentavano la scuola a causa di barriere di tipo economico e di prassi socioculturali che scoraggiavano l’accesso all’istruzione formale. Questa situazione era aggravata dall’elevato livello di insicurezza e dal fenomeno dei rapimenti degli studenti.

 

DIRITTI DI DONNE E RAGAZZE

A marzo, l’assemblea nazionale ha votato contro cinque proposte di legge che miravano a promuovere la parità di genere. Dopo diverse proteste da parte delle associazioni femminili e delle organizzazioni della società civile, l’assemblea nazionale si è impegnata a riconsiderare tre delle bozze legislative.

La procura della capitale federale ha assegnato a quattro giudici l’incarico di perseguire tutti i casi di violenza sessuale e di genere compiuti nel Territorio della capitale federale (vale a dire l’area centrale della Nigeria che comprende la capitale Abuja) al fine di accelerare le udienze relative a questi casi giudiziari e garantire alle vittime l’accesso alla giustizia.

Gli stati di Borno, Taraba, Gombe e Zamfara hanno approvato durante l’anno la legge sulla proibizione della violenza contro le persone, portando a 35 su un totale di 36 il numero degli stati nigeriani che hanno approvato la legge. Ciononostante, la violenza contro donne e ragazze è rimasta endemica ed è stato riportato un aumento degli episodi di violenza domestica e sessuale.

 

DIRITTI DELLE PERSONE LESBICHE, GAY, BISESSUALI, TRANSGENDER E INTERSESSUATE

A giugno, tre uomini gay, Abdullahi Beti, Kamilu Ya’u e Mallam Haruna, sono stati arrestati ai sensi della legge sulla proibizione del matrimonio omosessuale del 2013 e successivamente condannati a morte da un tribunale della sharia a Ningi, nello stato di Bauchi.

Il 1° maggio, circa 50 attivisti per i diritti delle persone Lgbti hanno protestato ad Abuja contro una bozza di legge che avrebbe vietato di indossare abiti che non corrispondono al sesso di nascita.

 

DIRITTI DELLE PERSONE SFOLLATE INTERNAMENTE

Nel nord-est della Nigeria rimanevano più di 2,4 milioni di persone sfollate internamente. Nel tentativo di reinsediare tutte quelle ospitate a Maiduguri, a luglio, il governo dello stato di Borno ha chiuso quattro campi e reinsediato 11.000 nuclei familiari. La maggior parte non disponeva di cibo sufficiente e di adeguato accesso ai beni di prima necessità.

 

PENA DI MORTE

I tribunali della Nigeria hanno emesso nuove condanne a morte ma non ci sono state esecuzioni. Il 28 giugno, lo stato di Zamfara ha emendato la sua legislazione interna per permettere l’imposizione della pena di morte per sequestro di persona.

Ad agosto, la corte d’appello ha disposto un nuovo processo per il musicista Aminu Yahaya-Sharif, condannato a morte per blasfemia nel 2020.

Note:
1 Nigeria: 50 days into their abduction, at least 62 Kaduna-Abuja train passengers remain in captivity, 17 maggio.

Continua a leggere