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In un rapporto diffuso oggi, Amnesty International ha denunciato le violazioni dei diritti umani commesse durante la crisi post-elettorale in Bolivia, tra cui la repressione delle proteste e l’uso eccessivo e non necessario della forza da parte della polizia nazionale e delle forze armate.
Nel periodo successivo alle elezioni del 20 ottobre 2019, almeno 35 persone sono morte e 833 sono state ferite nel corso delle proteste.
Per realizzare il suo rapporto, Amnesty International ha intervistato oltre 60 persone: familiari di vittime delle violazioni dei diritti umani commesse nel contesto delle proteste nella città di Sacaba e del blocco delle attività dell’impianto di stoccaggio di carburante della compagnia petrolifera di stato Ypfb a Senkata; testimoni oculari, la maggior parte dei quali ha chiesto di rimanere anonima per timore di ritorsioni; giornalisti e difensori dei diritti umani.
Quanto accaduto nel novembre 2019 a Sacaba e Senkata, in cui almeno 18 persone morirono a seguito di ferite da colpi d’arma da fuoco, è emblematico della crisi in atto. Le dichiarazioni e le prove raccolte indicano chiaramente che la polizia e l’esercito ricorsero a una forza non necessaria e sproporzionata ma le autorità non hanno mai fornito chiarimenti su cosa accadde.
Il rapporto di Amnesty International denuncia anche le minacce e le intimidazioni ai danni dei difensori dei diritti umani, come Waldo Albarracín, che ha subito un’aggressione e la cui casa è stata data alla fiamme da una folla di facinorosi il giorno dopo le dimissioni dell’ex presidente Evo Morales. Le indagini sull’episodio sono in fase di stallo e le autorità non forniscono protezione adeguata ai difensori dei diritti umani, il cui legittimo lavoro resta a rischio.
Amnesty International si è detta preoccupata anche per la retorica usata a proposito dei diritti umani in Bolivia. In diverse occasioni, durante la crisi post-elettorale, esponenti di primo piano del precedente governo hanno invocato la violenza e minacciato il blocco delle città se gli scioperi fossero andati avanti.
Da parte loro, le autorità ad interim hanno intimidito e minacciato gli oppositori politici o chi percepivano come tali, hanno minacciato pubblicamente leader politici accusandoli di diffondere “disinformazione” e anche giornalisti accusati di “sedizione”. Il nuovo governo ha anche accusato parte della popolazione di far parte di “movimenti di destabilizzazione e disinformazione” e condurre una “guerra virtuale” contro le autorità.
“La Bolivia sta affrontando una grave crisi sociale e politica, acuita dalla pandemia da Covid-19, che pone il paese di fronte a un bivio. L’unico modo per uscirne è di porre al centro i diritti umani di tutti. Altrimenti la popolazione, soprattutto i gruppi storicamente emarginati, continuerà a subire violenza e violazioni dei diritti umani“, ha dichiarato Erika Guevara-Rosas, direttrice di Amnesty International per le Americhe.
Negli ultimi giorni manifestazioni e posti di blocco si sono moltiplicati, con questi ultimi che impediscono l’arrivo di forniture essenziali a varie comunità a rischio di contagio dal Covid-19. Vi sono state anche segnalazioni di episodi di violenza da parte dei manifestanti e tra gruppi di manifestanti, col conseguente intervento delle forze di sicurezza.
Il rapporto rivolge 20 raccomandazioni sui diritti umani ai candidati alle elezioni presidenziali, che dopo due rinvii sono previste il 18 ottobre.
Nelle raccomandazioni, Amnesty International chiede assicurazioni che le violazioni dei diritti umani commesse dall’ottobre dello scorso anno siano oggetto di indagini e garanzie che saranno rispettati i diritti delle vittime e impedite ulteriori violazioni dei diritti umani.
Amnesty International raccomanda anche di garantire la rapida entrata in funzione del Gruppo interdisciplinare di esperti indipendenti (Giei), sotto gli auspici della Commissione interamericana dei diritti umani. La presidente ad interim ha preso un impegno in questo senso, che però è ancora da concretizzare. L’indipendenza del Giei è fondamentale per determinare e chiarire le responsabilità degli atti di violenza e delle violazioni dei diritti umani commesse in Bolivia tra il 1° settembre e il 31 dicembre 2019.
Amnesty International chiede inoltre alle autorità boliviane di prendere misure urgenti per affrontare l’emergenza causata dalla pandemia da Covid-19, che nelle scorse settimane ha raggiunto picchi allarmanti e colpito in modo sproporzionato gruppi già in condizioni di vulnerabilità, come i popoli nativi.
Ulteriori informazioni:
Le 20 raccomandazioni di Amnesty International ai candidati alle elezioni presidenziali sono qui
Precedenti comunicati stampa di Amnesty International sulla Bolivia:
Bolivia: Government must refrain from harassing and threatening political opponents and respect judicial independence, 29 May 2020 (AMR 18/2428/2020), in inglese
Bolivia: Minister Arturo Murillo must publicly clarify accusations of “destabilization” and “disinformation” against 67 people (Research, 17 April 2020), in inglese
Bolivia: Government must respect the autonomy of the IACHR to appoint members of the Group of Experts (Research, 25 February 2020), in spagnolo
Bolivian authorities must investigate acts of violence and protect the population (Research, 14 November 2019), in spagnolo
Bolivia: Authorities must respect the right to peaceful protest (News, 22 October 2019), in spagnolo