Rapporto Onu sui crimini di guerra nello Sri Lanka

26 Aprile 2011

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A seguito della pubblicazione del rapporto delle Nazioni Unite sui crimini commessi nelle fasi finali della guerra civile dello Sri Lanka, Amnesty International ha sollecitato l’avvio di un’inchiesta internazionale, condizione indispensabile per ottenere verità e giustizia, accertamento delle responsabilità e riconciliazione autentica nel paese.

Il rapporto, diffuso il 26 aprile, conferma che decine di migliaia di civili furono uccisi nel nord dello Sri Lanka dal gennaio al maggio 2009 e che le forze governative bombardarono consapevolmente le aree in cui avevano spinto i civili a ripararsi.

Il rapporto conferisce ulteriore credibilità alle denunce di gravi violazioni del diritto umanitario e del diritto internazionale dei diritti umani commesse sia dall’esercito dello Sri Lanka sia dall’opposizione armata delle Tigri per la liberazione della patria Tamil (Ltte). Nelle sue pagine si legge, tra l’altro, che il governo dello Sri Lanka minimizzò deliberatamente il numero dei civili rimasti intrappolati nelle zone di conflitto e li privò degli aiuti umanitari, compresi cibo e medicinali. Le Ltte a loro volta usarono bambini soldato, presero civili in ostaggio per usarli come scudi umani e uccisero persone che cercavano di fuggire.

Il rapporto delle Nazioni Unite fa luce sul tentativo del governo dello Sri Lanka di nascondere la verità. Ora il Segretario generale Ban Ki-moon deve garantire l’istituzione di una commissione d’inchiesta che raccolga prove sui crimini commessi da entrambe le parti, stabilisca chi li ha commessi e raccomandi cosa fare per portare i presunti responsabili di fronte alla giustizia – ha dichiarato Sam Zarifi, direttore di Amnesty International per l’Asia e il Pacifico. 

Il governo dello Sri Lanka, pochi giorni fa, aveva chiesto alle Nazioni Unite di non rendere pubblico il rapporto e ne aveva contestato le conclusioni. Con l’appoggio di Cina, Russia e altri stati, aveva anche sostenuto che la Commissione per l’apprendimento delle lezioni e la riconciliazione, di nomina governativa, avrebbe reso superfluo l’eventuale avvio di un’inchiesta internazionale. Amnesty International ritiene che quest’organismo nazionale non sia imparziale e non abbia neanche il mandato o la volontà di svolgere inchieste sui crimini commessi durante il conflitto.