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Dopo il voto unanime con cui il Consiglio di sicurezza, il 5 dicembre, ha approvato l’invio di truppe francesi e dell’Unione africana nella Repubblica Centrafricana, Amnesty International ha invitato la comunità internazionale a fornire alla missione tutte le risorse necessarie per proteggere i civili, ripristinare la legge e l’ordine, porre fine al crescendo di violazioni dei diritti umani e impedire la diffusione delle atrocità nei paesi confinanti.
‘La vita di centinaia di migliaia di persone è in bilico e ciò è stato reso drammaticamente evidente dagli scontri scoppiati nella capitale Bangui la notte tra il 4 e il 5 dicembre. La comunità internazionale deve fare quanto è in suo potere per assicurare che le truppe inviate nella Repubblica Centrafricana possano proteggere i civili in modo efficace e ripristinare l’ordine nel paese’ – ha dichiarato Salil Shetty. ‘L’Unione africana e gli altri organismi sub-regionali africani devono contribuire con truppe ed equipaggiamento; le organizzazioni internazionali e i donatori devono investire tutto il loro peso e le loro risorse nel tentativo di ripristinare lo stato di diritto e proteggere i diritti umani’.
Il 19 dicembre fino a 3500 uomini dell’Unione africana (alcuni dei quali già presenti nel paese) dovrebbero essere operativi nell’ambito della Missione internazionale di sostegno nella Repubblica Centrafricana (Misca). Saranno appoggiati da un massimo di 1200 uomini previsti dall’intervento militare francese, separato dalla Misca ma autorizzato il 5 dicembre dal Consiglio di sicurezza.
Il mandato di un anno della Misca significa che una missione di peacekeeping interamente a guida Onu è al momento fuori discussione. Il Consiglio di sicurezza dovrà riesaminare la situazione tra sei mesi.
‘Data l’estrema urgenza della situazione da affrontare nella Repubblica Centrafricana, sei mesi per valutare l’operato della missione sono troppi. Le Nazioni Unite dovrebbero attivarsi velocemente per trasformare la Misca in una solida operazione di peacekeeping a guida Onu, dotata di tutte le risorse necessarie per invertire la situazione in atto nella Repubblica Centrafricana’ – ha commentato Shetty.
Amnesty International ha ripetutamente espresso preoccupazione per il fatto che il tempo impiegato per tentare di costituire una solida missione di peacekeeping nella Repubblica Centrafricana ha contribuito alle gravi violazioni dei diritti umani in corso nel paese.
Il Segretario generale delle Nazioni Unite ha dichiarato che per ripristinare la legge e l’ordine nella Repubblica Centrafricana potrebbero essere necessari fino a 9000 peacekeeper e ha aperto un fondo attraverso il quale i paesi donatori potranno finanziare la Misca.
Oltre al dispiegamento delle truppe, la risoluzione del Consiglio di sicurezza del 5 dicembre ha chiesto il disarmo, la smobilitazione e la reintegrazione di tutti i gruppi armati attivi nella Repubblica Centrafricana. La risoluzione ha anche sollecitato la fine dell’arruolamento e dell’impiego dei bambini soldato e il ritorno di questi ultimi alle loro famiglie. Infine, ha imposto un embargo di un anno sulle forniture di armi.
Amnesty International ha chiesto a tutti i paesi di cooperare a queste iniziative e ha sollecitato il Consiglio di sicurezza ad assicurare che la commissione d’inchiesta internazionale (a sua volta istituita dalla risoluzione) abbia risorse adeguate per condurre indagini sulle violazioni dei diritti umani.
L’organizzazione per i diritti umani ha anche ricordato che tutti gli stati sono autorizzati a portare di fronte alla giustizia chiunque sia sospettato di crimini internazionali o gravi violazioni dei diritti umani commessi nella Repubblica Centrafricana.
Dal colpo di stato che nel marzo 2013 ha deposto il presidente François Bozizé, la violenza ha causato 400.000 sfollati e, in alcune zone del paese, ha assunto una connotazione interreligiosa. La situazione è peggiorata e l’assenza di sicurezza si è fatta assoluta quando il governo di transizione ha ordinato lo scioglimento della coalizione di gruppi armati Seleka che aveva preso il potere.
Il Consiglio per la pace e la sicurezza dell’Unione africana aveva sollecitato sin da luglio l’invio di una missione di peacekeeping a guida africana.
‘L’Unione africana, nei mesi scorsi, ha espresso la sua preoccupazione per la crisi in atto nella Repubblica Centrafricana, che è sprofondata nel caos. Ora è tempo che le parole siano seguite dalle azioni. Gli stati membri dell’Unione africana devono impegnarsi in pieno e con urgenza per tentare di porre fine alle atrocità di massa, prima che la violenza si propaghi ulteriormente’ – ha concluso Shetty.
Amnesty International ha inviato una delegazione di osservatori nella Repubblica Centrafricana per verificare sul terreno la situazione dei diritti umani in vista del dispiegamento della Misca.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 5 dicembre 2013
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