Repubblica Centrafricana, la violenza delle forze di sicurezza è fuori controllo

29 Ottobre 2013

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Aggiornamento – 8 novembre: nuove immagini satellitari rivelano le scioccanti conseguenze di gravi violazioni dei diritti umani nella Repubblica Centrafricana.

In un rapporto diffuso il 29 ottobre 2013, Amnesty International ha sollecitato un’azione immediata della comunità internazionale, per porre fine alla violenza ormai fuori controllo da parte delle forze di sicurezza della Repubblica Centrafricana.

Il rapporto di Amnesty International denuncia un livello di violazioni dei diritti umani senza precedenti commesso nel paese da Seleka, la coalizione di gruppi armati che nel dicembre 2012 lanciò un’offensiva contro l’ex presidente Francois Bozizè per poi prendere il potere nel marzo 2013.

Le forze Seleka sono responsabili di bombardamenti, razzie nei villaggi, esecuzioni e torture di civili, stupri e arruolamento di bambini‘ – ha dichiarato Godfrey Byaruhanga, ricercatore di Amnesty International sulla Repubblica Centrafricana. ‘Il livello di disperazione e di assenza di ogni speranza ha raggiunto un nuovo picco a seguito delle costanti e massicce violazioni dei diritti umani, che possono costituire crimini di guerra e crimini contro l’umanità’.

Nel corso di una recente visita nel paese, Amnesty International si è sentita dire da un alto funzionario governativo che i ministri che non guidano le forze Seleka fanno fatica a prevenire le violazioni dei diritti umani e che persino il presidente Michel Djotodia non può impartire ordini alle forze Seleka che non sono costituite dalla sua fazione.

Il 13 luglio, le forze di Seleka hanno fermato un taxi collettivo a nove chilometri a sud della capitale Balgui. A bordo si trovava una decina di persone. Durante la perquisizione, i soldati hanno scoperto una busta contenente magliette col volto dell’ex presidente Bozize. Hanno fatto scendere i passeggeri e li hanno portati via. Alcuni giorni dopo, i corpi di alcuni di loro galleggiavano, mani e piedi legati e con evidenti segni di tortura, in un fiume vicino.

Una donna ha raccontato di essere stata violentata per ore dai soldati di Seleka, di fronte ai suoi bambini in lacrime. Mentre la stupravano, gli aguzzini la mordevano e le davano schiaffi.  A distanza di un mese, portava ancora i segni delle violenze subite.

La coalizione Seleka avrebbe reclutato ex criminali, tra cui autori di rapine a mano armata e bracconieri, nonché combattenti provenienti dal Ciad e dal Sudan che si ritiene abbiano commesso gravi violazioni dei diritti umani nella Repubblica Centrafricana.

Si stima che 3500 minorenni siano stati arruolati come bambini soldato e che molti di essi siano usati per ripagare i comandanti stranieri che reclamano soldi per i servigi offerti durante la guerra nella Repubblica Centrafricana.

Vi sono inoltre timori che alcune violazioni dei diritti umani abbiano preso di mira gruppi religiosi: le forze Seleka, per la maggior parte composte da musulmani, hanno colpito chiese e persone sospettate di essere di religione cristiana. Le milizie cristiane, a loro volta, stanno prendendo di mira le comunità musulmane.

La crisi umanitaria provocata da mesi di violenza è disastrosa. Migliaia di persone dipendono dalle cure mediche e dagli alimenti forniti dalle organizzazioni umanitarie, i cui volontari vengono a loro volta presi di mira dalle forze di Seleka. In un caso, le forze Seleka hanno fatto irruzione in un orfanotrofio, sparando all’impazzata e terrorizzando i bambini. Poi hanno razziato computer, scorte alimentari e tutti i veicoli.

Il 7 settembre a Bossangoa, dove si trovano oltre 30.000 sfollati, due operatori dell’organizzazione francese Acted sono stati picchiati e poi uccisi in modo sommario.

Amnesty International chiede alle autorità della Repubblica Centrafricana di condannare pubblicamente e inequivocabilmente tutte le violazioni dei diritti umani commesse dalle forze di sicurezza e dai gruppi armati, portare i responsabili di fronte alla giustizia e fornire riparazione alle vittime.

‘Le autorità centrafricane hanno finora mostrato scarsa intenzione di fare tutto questo mentre l’azione della comunità internazionale è del tutto inefficace’ – ha commentato Byaruhanga.

‘L’Unione africana a luglio si è impegnata a inviare nella Repubblica Centrafricana 3400 uomini per proteggere i civili. Ne sono arrivati meno della metà, un numero completamente inadeguato in un paese grande più del doppio della Francia’ – ha proseguito Byaruhanga.

Le Nazioni Unite stanno attualmente decidendo se intervenire o meno per assumere la guida della forza di peacekeeping.  Amnesty International chiede all’Onu di fornire sostegno e addestramento ai peacekeeper, in modo che siano in grado di assicurare il rispetto della legge e dell’ordine e di dispiegare in tutto il paese osservatori per il rispetto dei diritti umani.

Preoccupate per l’orribile situazione dei diritti umani, numerose delegazioni dell’Unione africana, delle Nazioni Unite, dell’Unione europea e di vari paesi hanno visitato il paese dopo la deposizione del presidente Bozizè. Amnesty International teme tuttavia che questi attori non stiano coordinando i rispettivi sforzi tra di loro o con le autorità centrafricane.

Amnesty International chiede all’Unione africane e alle Nazioni Unite di garantire l’assunzione di misure efficaci e coordinate per porre finalmente termine alla devastante situazione dei diritti umani e alla crisi umanitaria.