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Durante una fase di allarme per la salute pubblica, le persone provano un misto di paura, rabbia e vulnerabilità, esacerbato dall’obbligo di rimanere chiusi in casa per giorni o settimane.
Sui social si parla di raccomandazioni per l’igiene individuale e se i governi dovrebbero prendere provvedimenti di chiusura o meno.
Il contenuto che Amnesty International vuole portare è l’idea fondante della solidarietà umana. Dobbiamo propagarla.
Le persone possono dover essere separate fisicamente, ma devono stare unite. Insieme, possiamo farcela e superare questo momento.
Se perdiamo la testa, litighiamo nei supermercati, siamo crudeli con i più vulnerabili e demonizziamo alcuni gruppi, perdiamo tutti quanti. Quello che la diffusione del Covid-19 ci sta insegnando è che siamo tutti globalmente connessi.
Durante crisi come queste, qualcosa può emergere. E questo può essere il momento giusto per dire basta alla demonizzazione e alla rabbia e mettere al loro posto l’empatia e la dolcezza.
Vogliamo tutti la stessa cosa: la fine di questi tempi di paura e di interruzione di rapporti.
Concentriamoci su quello che abbiamo in comune, su quello che possiamo fare per sostenerci gli uni con gli altri, su quello che questo periodo c’insegna a proposito del senso di umanità.
Questo messaggio ha un significato concreto se parliamo, per esempio, dell’impatto sproporzionato del virus sui gruppi più vulnerabili o quando prendiamo posizione contro il razzismo e la discriminazione.
Ecco alcune delle cose pratiche che possiamo chiedere: