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25 rifugiati siriani sono intrappolati in un’area desertica al confine tra Marocco e Algeria, cui viene negato l’accesso alla procedura d’asilo e la sempre più urgente assistenza umanitaria. Le autorità del Marocco non stanno adempiendo all’obbligo internazionale di dare loro protezione.
“Negando all’Unhcr di incontrare i rifugiati, le autorità marocchine stanno venendo meno ai loro obblighi internazionali – ha denunciato in una nota ufficiale Heba Morayef, direttrice delle ricerche sull’Africa del Nord di Amnesty International –. Si tratta di rifugiati fuggiti dal bagno di sangue e dai bombardamenti della Siria cui il governo del Marocco deve garantire il diritto di chiedere asilo”.
I 25 siriani, tra cui 10 bambini, sono bloccati da due mesi in una zona cuscinetto in territorio marocchino, a un chilometro dall’oasi di Figuig e a cinque chilometri dal Beni Ounif, in Algeria. Finora sono riusciti a sopravvivere grazie a forme di assistenza informali favorite dalla polizia di frontiera del Marocco, che avrebbe però cambiato atteggiamento a partire dal 2 giugno e che finora non ha consentito l’ingresso nella zona alle organizzazioni per i diritti umani e di assistenza umanitaria, compreso l’Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr).
Due dei 25 rifugiati siriani soffrono di pressione alta e uno ha problemi ai reni ma le autorità marocchine non hanno fornito loro alcuna cura medica né hanno consentito l’accesso ai medici delle organizzazioni per i diritti umani che hanno provato a raggiungerli. I rifugiati dormono in rifugi improvvisati che non li preservano da temperature che arrivano anche s 45 gradi e dalla minaccia di attacchi dei serpenti.
“Invece di rimandare i rifugiati siriani nella zona cuscinetto, blindata e desertica, in condizioni sempre peggiori, le autorità marocchine dovrebbero fornire assistenza umanitaria d’urgenza e permettere alle agenzie di soccorso umanitario di raggiungerli per rendersi conto delle loro necessità. Non può esservi alcuna giustificazione per negare ai rifugiati l’accesso al cibo e all’acqua”, ha sottolineato Morayef.
Abbiamo sollecitato le autorità marocchine a non mettere in pericolo la vita dei 25 rifugiati lasciandoli nella zona cuscinetto in condizioni durissime e senza assistenza umanitaria. Il governo del Marocco dovrebbe farli entrare nel suo territorio e consentire loro di esercitare il diritto a chiedere asilo presso l’ufficio dell’Unhcr in Marocco.