Ripetute forniture militari degli Usa alle forze di sicurezza egiziane

6 Dicembre 2011

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Secondo dati in possesso di Amnesty International, gli Stati Uniti hanno ripetutamente inviato forniture militari all’Egitto, nonostante le forze di sicurezza di questo paese stessero attuando una violenta repressione contro i manifestanti.

Una nave destinata al ministero dell’Interno egiziano è arrivata dagli Usa il 26 novembre, scaricando almeno sette tonnellate di ‘munizioni fumogene’, tra cui sostanze chimiche irritanti e altri prodotti antisommossa come i gas lacrimogeni.

Si è trattato di una delle almeno tre forniture di armi inviate in Egitto dalla compagnia statunitense Combined Systems, Inc. dalla brutale repressione delle proteste della ‘rivoluzione del 25 gennaio’.

Le forniture Usa alle forze di sicurezza del Cairo devono essere sospese, fino a quando non vi sarà la certezza che gas lacrimogeni, armi, munizioni e ulteriore materiale non sono legati al bagno di sangue nelle strade egiziane‘ – ha dichiarato Brian Wood di Amnesty International.

L’8 aprile la Combined System, Inc. aveva trasferito dal porto statunitense di Wilmington a quello egiziano di Suez 21 tonnellate di munizioni. L’8 agosto, un’altra spedizione di 17,9 tonnellate, partita da New York, aveva attraccato a Port Said.

Secondo il registro dei traffici commerciali Piers, entrambe le spedizioni erano state classificate col codice di prodotto delle pallottole, delle cartucce e delle granate, per essere successivamente descritte come ‘munizioni fumogene’.

La terza nave, la danese Marianne Danica, di proprietà della compagnia danese H. Folmer & Co., è quella arrivata il 26 novembre al porto egiziano di Adabiya, vicino Suez.

Questa spedizione è stata effettuata dalla compagnia di logistica della difesa Nico Shipping. Secondo quanto verificato dall’Organizzazione non governativa Transarms per conto di Amnesty International, le forniture sono state caricate al terminal militare di Sunny Point, North Carolina, negli Usa, da dove la nave è salpata il 13 ottobre.

La Combined Systems, Inc. ha sede a Jamestown, negli Usa, e produce munizioni per forze militari e forze di polizia, tra cui articoli da impatto, come i manganelli di gomma, e prodotti irritanti, come i gas lacrimogeni.

Il 1° dicembre un portavoce del Pentagono ha confermato che ‘erano state approvate licenze di esportazione per due compagnie Usa, relative a gas lacrimogeni e a prodotti antisommossa non letali, destinati al governo egiziano. La più recente approvazione è stata a luglio’.

Queste licenze sono state autorizzate durante un periodo nel quale il governo egiziano ha risposto alle proteste mediante l’uso eccessivo, e spesso letale, della forza. È inconcepibile che le autorità statunitensi non fossero a conoscenza di quanto, ampiamente documentato, stavano facendo le forze di sicurezza egiziane. Quelle licenze non avrebbero dovuto essere concesse‘ – ha commentato Wood.

Il 29 novembre, un portavoce del dipartimento di Stato Usa ha detto: ‘Non abbiamo visto alcuna prova concreta e reale sull’uso improprio dei gas lacrimogeni da parte delle autorità egiziane‘.

Proprio a novembre, le proteste contro il Consiglio supremo delle forze armate, l’organo che ha assunto il potere in Egitto, sono state violentemente disperse coi gas lacrimogeni. Si sono contati almeno 24 morti e centinaia di feriti.

Molte delle cartucce e granate raccolte dai manifestanti in piazza Tahrir erano di gas lacrimogeni fabbricati  negli Usa, compresi quelli a marchio Combined Systems Inc. o Combined Tactical Systems, il ramo della compagnia specializzato in prodotti per le forze di polizia.

Anche nei casi in cui i manifestanti si scontrano con le forze di polizia antisommossa, non è ammesso in alcun modo l’uso della forza eccessiva o il lancio sconsiderato di gas lacrimogeni‘ – ha precisato Wood.

Le forze di sicurezza egiziane, compresi i reparti antisommossa, devono essere riformate e addestrate al rispetto degli standard delle Nazioni Unite sull’uso della forza e delle armi da fuoco. In assenza di un cambiamento radicale della loro condotta e di procedure per chiamarle a render conto del loro operato, è irresponsabile che paesi stranieri forniscano armi e altro materiale, di cui sarà probabilmente fatto cattivo uso‘ – ha proseguito Wood.

L’utilizzo, da parte delle forze di sicurezza egiziane di gas lacrimogeni e altre munizioni provenienti dall’estero, è un chiaro esempio dell’urgente bisogno di introdurre e applicare un efficace Trattato globale sul commercio di armi. Amnesty International chiede che le munizioni utilizzate dalle forze di polizia in operazioni di controllo dell’ordine pubblico, come i gas lacrimogeni, siano incluse tra le armi convenzionali regolamentate dal Trattato.

Un efficace Trattato sul commercio di armi, con un ambito di applicazione ampio e robusti controlli sulle licenze nazionali, contribuirebbe ad assicurare che le esportazioni di armi da parte degli Usa e degli altri principali fornitori non alimenteranno gravi violazioni dei diritti umani‘ – ha concluso Wood.

Ulteriori informazioni

Nel 2010, gli Usa hanno autorizzato vendite commerciali dirette di 94.384 pezzi per un valore  di 1.748.743 dollari, rientranti nella categoria ‘agenti tossici’, che comprende i gas lacrimogeni; la vendita di 2002 pezzi per un valore di 1.087.155 dollari rientranti nella categoria ‘armi da fuoco, armi d’assalto e armi da fuoco da combattimento”; e, infine, la vendita di 46.001.501 pezzi per un valore di 1.978.865 rientranti nella categoria ‘munizioni’.

L’Organizzazione non governativa Transarms ha ricostruito, per conto di Amnesty lnternational, il percorso dell’ultima nave approdata in Egitto. Questa è la lista degli scali effettuati:

Wilmington, North Carolina, Usa, 26 settembre;
terminal militare di Sunny Point, North Carolina, Usa, arrivo il 4 ottobre per il carico e partenza il 13 ottobre;
Cherbourg (porto militare), Francia, dal 29 al 31 ottobre;
Papenburg, Germania, 3 novembre;
Cagliari, Italia, 15 novembre;
Smirne, Turchia, 21 novembre;
Adabiya, Suez, Egitto, arrivo e ripartenza il 26 novembre.

 

FINE DEL COMUNICATO                                                  Roma, 7 dicembre 2011

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