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Mercoledì 17 settembre, alle ore 10.30, presso l’Hotel Nazionale, Sala Cristallo in Piazza Montecitorio 131 a Roma si terrà l’incontro ‘La trappola del gas, dall’Azerbaigian al Salento. Sicurezza energetica per chi e a quale costo?‘.
La Commissione europea l’ha detto chiaramente, l’obiettivo è completare il mercato del gas europeo entro il 2014. Per farlo, ha definito una lista di oltre 100 progetti di mega infrastrutture ‘di priorità comunitaria’ che gli Stati membri devono impegnarsi a completare entro il 2020. Tra queste, il gasdotto Trans Adriatico tra Italia, Albania e Grecia, meglio noto con l’acronimo TAP, è una delle parti del ben più articolato ‘Corridoio Sud del gas’, un gasdotto di oltre 2000 chilometri che prosegue attraverso Turchia, Georgia, e Azerbaigian fino al giacimento offshore di Shah Deniz II, nel mar Caspio.
Ma è davvero questo progetto la chiave di svolta per liberarci della dipendenza dal gas russo? Quali sono gli impatti di questa mega infrastruttura sull’ambiente e sui diritti umani dei paesi attraversati? In particolare in Azerbaigian, dove la famiglia Aliyev, da decenni al governo, ha costruito le sue fortune sullo sfruttamento di gas e petrolio, calpestando però spesso e volentieri i diritti della popolazione locale. Quali sono le implicazioni per i processi democratici in corso, in contesti dove le libertà civili vengono quotidianamente violate? E quali le conseguenze per le casse pubbliche italiane ed europee, e per i contribuenti che dovranno coprirne i costi?
Ne parleremo con: Turgut Gambar esponente del N!DA, Movimento civico fondato nel febbraio del 2011 e che si pone come obiettivo la democratizzazione dell’Azerbaigian attraverso mezzi non violenti e pacifici. Il movimento conta attualmente su oltre 400 aderenti, 9 dei quali sono prigionieri politici, Gianluca Maggiore esponente del Comitato No TAP, Riccardo Noury portavoce della Sezione italiana di Amnesty International.