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Amnesty International ha diffuso oggi un rapporto sulla Romania, intitolato ‘Trattati come rifiuti. La distruzione delle case delle famiglie rom e i rischi per la loro salute in Romania’ e ha chiesto alle autorità di Bucarest di porre fine agli sgomberi forzati dei rom e trasferire immediatamente i nuclei familiari che vivono da anni in condizioni di pericolo, nei pressi di discariche, impianti per il trattamento di liquami o aree industriali nelle periferie urbane.
‘In tutto il paese le famiglie rom vengono sgomberate contro la loro volontà. Con uno sgombero, non perdono solo la casa, ma anche i loro beni, le relazioni sociali, l’accesso al lavoro e ai servizi pubblici‘ – ha dichiarato Halya Gowan, direttrice del Programma Europa e Asia Centrale di Amnesty International. ‘Questa politica di sgomberi forzati, senza adeguata consultazione, notifica e individuazione di una sistemazione alternativa, perpetua la segregazione su base etnica in Romania e viola gli obblighi internazionali del paese‘.
Per mettere in evidenza le terribili condizioni di vita dei rom in Romania, il rapporto di Amnesty International descrive uno dei più drammatici sgomberi di massa avvenuti negli ultimi anni: quello eseguito nel 2004 in un palazzo nel centro di Miercurea Ciuc, capoluogo del distretto di Harghita, ai danni di 100 rom, tra cui nuclei familiari con bambini piccoli.
La maggior parte dei rom sgomberati fu trasferita in casupole di metallo, intese come provvisorie, nei pressi di un impianto di trattamento di liquami. Alcuni decisero di spostarsi vicino a una discarica.
Erzsébet, che vive tuttora nei pressi dell’impianto insieme al marito e a nove figli, ha descritto ad Amnesty International com’è la vita in una casupola di metallo: ‘È stretta, quando ci mettiamo tutti a dormire non c’entriamo. Non possiamo fare un bagno, non possiamo lavarci. È troppo piccola. Non vogliamo che le ragazze più grandi facciano il bagno davanti al loro padre‘.
Le casupole di metallo e le baracche si trovano all’interno della zona di protezione di 300 metri, che secondo la legge deve separare le abitazioni da materiali potenzialmente tossici. La mancata tutela del diritto alla salute di queste persone è un’altra violazione degli obblighi nazionali e internazionali della Romania.
Questo è il racconto di Ilana: ‘Le case sono piene di quella puzza. La notte i bambini si coprono la faccia coi cuscini. Quando sentiamo quella puzza non vogliamo mangiare. Un figlio è morto a quattro mesi, non voglio perdere gli altri bambini‘.
‘L’incubo, per questi rom, dura da sei anni. Ora le autorità locali devono dare loro un’abitazione adeguata, situata nei pressi di servizi e infrastrutture, in un luogo sicuro e salubre‘ – ha affermato Gowan. ‘Le autorità di Miercurea Ciuc devono dare l’esempio: gli sgomberi forzati devono finire e il diritto all’alloggio dev’essere rispettato‘.
Amnesty International sollecita il governo della Romania a modificare la legislazione in materia di alloggio, incorporandovi gli standard internazionali sui diritti umani.
Ulteriori informazioni
In Romania vivono quasi 2,2 milioni di rom, circa il 10 per cento della popolazione del paese. A causa della massiccia discriminazione, sia da parte delle autorità che dell’opinione pubblica, il 75 per cento dei rom vive in povertà, a fronte del 24 per cento dei romeni e del 20 per cento degli ungheresi, la più grande minoranza del paese. Le condizioni di vita e i livelli di salute fisica sono tra i peggiori del paese.
Sebbene alcuni rom vivano in strutture permanenti con titolo di proprietà, molti altri insediamenti, anche se esistenti da tempo, sono considerati dal governo ‘temporanei’ e non sono riconosciuti ufficialmente. I loro residenti non hanno alcun titolo di proprietà e questo aumenta il rischio di sgomberi.
Gli sgomberi forzati violano gli standard europei e internazionali, come il Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali e la Convenzione europea sui diritti umani, secondo i quali ogni persona ha diritto a un livello minimo di sicurezza nella titolarità del possesso, che possa garantire protezione legale contro gli sgomberi forzati, le persecuzioni e altre minacce.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 26 gennaio 2009
Per approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia – Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 – cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it
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