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In un rapporto diffuso oggi, intitolato ‘Più sicuro stare in silenzio. L’agghiacciante effetto delle leggi sull’ ‘ideologia genocida’ e sul ‘settarismo’ in Ruanda‘, Amnesty International descrive come la formulazione vaga di tali norme venga usata per criminalizzare le critiche nei confronti del governo e il legittimo dissenso di oppositori politici, attivisti per i diritti umani e giornalisti.
Nel periodo che ha preceduto le elezioni presidenziali del 9 agosto due candidati dell’opposizione sono stati arrestati e accusati, tra l’altro, in base alla legge sull’ ‘ideologia genocida’. Anche il direttore di un giornale è stato arrestato in base alla stessa legislazione.
La British broadcasting corporation (Bbc) e la Voice of America sono state accusate dal governo di diffondere ‘l’ideologia genocida’, determinando nell’aprile 2009 la sospensione del servizio della Bbc in lingua kinyarwanda per due mesi. Inoltre, la normativa pare essere usata anche per risolvere questioni personali. La legge prevede pene anche per i bambini al di sotto dei 12 anni, così come per coloro (genitori, tutori o insegnanti) colpevoli di aver ‘insinuato’ nei bambini ‘l’ideologia genocida’. Le condanne per gli adulti vanno dai 10 ai 25 anni di carcere.
Amnesty International chiede alle autorità del Ruanda di rivedere la legge sull’ ‘ideologia genocida’, come annunciato dal governo nell’aprile 2010, e quella sul ‘settarismo’, riesaminare le condanne già emesse e impartire formazione alla polizia e ai pubblici ministeri su come svolgere le indagini.