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Amnesty International ha pubblicato oggi il rapporto ‘Rischioso esprimere la propria opinione’ chiedendo alle autorità del Ruanda di rivedere le leggi sull”ideologia genocida’ e sul ‘settarismo’, la cui formulazione vaga permette di utilizzarle per criminalizzare le critiche nei confronti del governo e il legittimo dissenso di oppositori politici, attivisti per i diritti umani e giornalisti.
Il periodo che ha preceduto le elezioni presidenziale dell’agosto 2010, vinte dal presidente Kagame col 93 per cento dei voti, è stato caratterizzato da un giro di vite sulla libertà di espressione. Due candidati dell’opposizione sono stati arrestati e accusati, tra l’altro, sulla base della legge sull’ ‘ideologia genocida’. Anche il direttore di un giornale è stato arrestato in base alla stessa legislazione. Jean-Leonard Rugambage, vicedirettore del quotidiano Umuvugizi, è stato assassinato a giugno nella capitale Kigali e André Kagwa Rwisereka, vicepresidente del Partito verde, è stato ucciso a luglio a Butare, nel sud del paese.
Il 5 febbraio 2011, Agnes Nkusi Uwimana e Saidati Mukakibibi, direttrice e vicedirettrice del tabloid settimanale Umurabyo, sono state condannate a 17 e a 7 anni di carcere per ‘minaccia alla sicurezza dello stato’, ‘ideologia genocida’, ‘divisionismo’ e ‘diffamazione’. Bernard Ntaganda, presidente del partito di opposizione PS-Imberakuni, si è visto infliggere una condanna a 4 anni di carcere per ‘manifestazione non autorizzata’, ‘divisionismo’ e ‘attentato alla sicurezza dello stato’.
Il governo ruandese si è impegnato a fine gennaio di fronte al Consiglio Onu dei diritti umani a rivedere le leggi utilizzate per criminalizzare le critiche, ma i recenti processi nei confronti di giornalisti e oppositori politici dimostrano che chi ha una posizione critica può essere ancora processato e arrestato.
Amnesty International chiede al presidente Kagame di consentire a oppositori politici, giornalisti e difensori dei diritti umani di esprimere le loro opinioni senza timori per la loro incolumità.
Scarica il rapporto in inglese ‘Rischioso esprimere la propria opinione’