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Il fermo di oltre 234 persone, che manifestavano pacificamente oggi a Mosca di fronte al tribunale ove si stava concludendo il processo per i fatti di piazza Bolotnaya, è per Amnesty International il segnale che le autorità russe non intendono porre fine alle gravi violazioni della libertà di espressione e di riunione. Il processo ha visto la condanna di otto manifestanti che erano stati arrestati il 6 maggio 2012 in piazza Bolotnaya. Altre 200 persone erano state arrestate venerdì 21 febbraio, il giorno in cui il tribunale aveva emesso il verdetto di colpevolezza nei confronti degli otto imputati. Alcuni degli arrestati di fronte al tribunale di Mosca sono stati nel frattempo rilasciati ma rischiano una multa di circa 800 dollari per aver preso parte a un ‘raduno non autorizzato’.
Vladimir Akimenkov, un ex imputato del processo Bolotnaya, è stato arrestato sia venerdì che oggi. Stessa sorte, oggi, per le due ex Pussy Riot Nadezhda Tolokonnikova e Maria Alyokhina, fermate a quanto pare per ‘attraversamento pedonale non consentito’.
A Soci, sede dei Giochi olimpici invernali appena terminati, domenica 23 febbraio sono stati arrestati altri due attivisti, Olga Noskovets e David Khakim. Dal momento dell’arresto, a Olga Noskovets è stato negato il cibo. Rischiano una condanna a 15 giorni di detenzione amministrativa. Se verranno condannati, Amnesty International li considererà prigionieri di coscienza.
Yevgeniy Vitishko, ambientalista che ha denunciato le attività illegali all’ambiente collegate alle Olimpiadi di Soci è stato condannato a tre anni di carcere.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 24 febbraio 2014
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