Russia: condannato complice per uccisione giornalista

13 Dicembre 2012

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La condanna dell’assassino della giornalista russa Anna Politkovskaya è uno sviluppo accolto con favore, ma i pubblici ministeri non dovranno fermarsi finché i mandanti non saranno consegnati alla giustizia, ha dichiarato oggi Amnesty International.

L’ex poliziotto Dmitry Pavliutchenkov è stato giudicato colpevole e condannato oggi a scontare 11 anni di detenzione in una colonia penale di massima sicurezza.

L’inizio del processo ad altri cinque complici che insieme a Pavliutchenkov hanno pedinato e assassinato Politkovskaya è previsto per il marzo del prossimo anno.

‘Sebbene accogliamo con favore il verdetto di oggi e i procedimenti giudiziari nei confronti degli assassini di Anna Politkovskaya lungamente attesi, questo caso non potrà mai veramente ritenersi chiuso finché a coloro che hanno ordinato il suo omicidio non sarà dato un nome e non saranno consegnati alla giustizia’ ha affermato John Dalhuisen, direttore di Amnesty International per l’Europa e l’Asia centrale.

Giornalista e difensora dei diritti umani nota per i suoi rapporti critici dalla Cecenia, Anna Politkovskaya è stata uccisa a colpi di arma da fuoco nell’ascensore del suo stabile il 7 ottobre 2006.

‘Esortiamo i pubblici ministeri a continuare a portare alla luce la verità, indipendentemente da quanto possa essere politicamente scomodo’ ha sottolineato John Dalhuisen.

Nonostante un patteggiamento speciale per fornire prove contro coloro che hanno essenzialmente  ordinato l’omicidio, Pavliutchenkov ha nominato unicamente due figure dell’opposizione in esilio in quella che la famiglia della Politkovskaya ha chiamato una testimonianza ‘politicamente motivata’.

I legami della famiglia prevedono di fare appello, chiedendo che Pavliutchenkov sconti una pena più lunga.

Amnesty International chiede migliore protezione per i giornalisti e i difensori dei diritti umani in Russia e la fine delle restrizioni alla libertà di espressione.

Dalla morte della Politkovskaya, i giornalisti e i difensori dei diritti umani hanno continuato a essere vittime di attacchi e minacce e sono stati uccisi impunemente.

Recenti iniziative restrittive hanno incluso la re-criminalizzazione della diffamazione e l’introduzione di un disegno di legge da parte di un deputato che limiterebbe la copertura di ‘informazioni negative’ nei media. Questo potrebbe rappresentare censura e indebita restrizione del diritto di accesso alle informazioni.

L’abitudine deleteria del governo russo di ridurre al silenzio coloro che dissentono o hanno opinioni critiche deve finire‘ ha aggiunto John Dalhuisen.

FINE DEL COMUNICATO                                                                           Roma, 14 dicembre 2012

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