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Con la firma del presidente Vladimir Putin, è entrata in vigore la legge che depenalizza alcune forme di violenza domestica in Russia.
“Il governo sostiene che la riforma è destinata a ‘proteggere i valori familiari’ ma in realtà danneggia i diritti delle donne e costituisce un disgustante tentativo di banalizzare la violenza domestica, un problema che da tempo le autorità cercano di minimizzare”, ha dichiarato Anna Kirey, vicedirettrice delle campagne sulla Russia e lo spazio euro-asiatico di Amnesty International.
“Troppo spesso, le donne scoprono che non possono fare affidamento sulla legge per ottenere protezione. I responsabili delle violenze restano a piede libero e solo una piccola parte di loro finisce in carcere”, ha aggiunto Kirey.
“Negli oltre 10 anni trascorsi dall’ultimo rapporto di Amnesty International sulla violenza domestica in Russia, il governo di Mosca non ha adottato una sola misura per rafforzare la protezione e i servizi a disposizione delle vittime: parliamo di case rifugio, ordinanze di allontanamento, addestramento delle forze di polizia ad agire correttamente sulle denunce ricevute e a proteggere le vittime”, ha sottolineato Kirey.
“Chiediamo che questa riforma che favorisce la violenza sia annullata e che venga adottato un pacchetto di riforme in grado di contrastare efficacemente e una volta per tutte la violenza domestica”, ha concluso Kirey.
La Russia è stato parte della Convenzione delle Nazioni Unite per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne (Cedaw), il cui comitato ha espressamente criticato la Russia per la mancanza di azioni per fermare la violenza domestica.