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Il 15 luglio la Duma ha approvato un nuovo pacchetto di emendamenti che irrigidiscono ulteriormente la legislazione russa contro l’“estremismo”. Tra le nuove disposizioni, qualsiasi gruppo può ora essere designato come “organizzazione estremista” se una sola persona al suo interno è stata condannata per aver fondato o fatto parte di un’“associazione estremista” (art 282.1 del codice penale). Viene così eliminato il precedente requisito di una decisione giudiziaria separata, consentendo di fatto alle autorità di mettere al bando gruppi interi basandosi unicamente sulla condanna di un singolo componente. Parallelamente è stato proposto un nuovo articolo del Codice degli illeciti amministrativi, che prevede multe fino a 5000 rubli (circa 55 euro) per “la ricerca o l’accesso consapevole a materiali estremisti” online, anche tramite l’utilizzo di Vpn, sollevando gravi preoccupazioni rispetto alla vaghezza della condotta criminalizzata e al rischio di sorveglianza illegale e accesso ai dispositivi personali.
Marie Struthers, direttrice di Amnesty International per l’Europa orientale e l’Asia centrale, ha dichiarato:
“Ancora una volta, le autorità russe mascherano la loro incessante persecuzione del dissenso presentandola come lotta all’‘estremismo’, attraverso una normativa vaga e formulata in modo eccessivamente ampio, che lascia spazio a interpretazioni arbitrarie e abusi”.
“Se questo disegno di legge dovesse essere approvato, qualsiasi gruppo di persone, come anche una semplice chat privata online o un gruppo di amici, potrà essere designato e perseguito come ‘organizzazione estremista’ se anche solo una persona al suo interno è stata condannata per reati legati all’‘estremismo’, come già avvenuto per molte persone che hanno espresso critiche nei confronti del governo. Questo fornirebbe alle forze dell’ordine un margine pressoché illimitato per estendere ulteriormente la rete repressiva e perseguitare sempre più persone, anche solo per presunti legami indiretti con gruppi definiti ‘estremisti’”.
“C’è un altro emendamento proposto altrettanto pericoloso: se approvato, renderebbe punibile per legge il semplice fatto di cercare o consultare contenuti ritenuti ‘estremisti’ su Internet. Considerando che nella Russia di oggi materiali ‘estremisti’ possono comprendere qualunque cosa, da un libro che promuove le relazioni tra persone dello stesso sesso a post sui social media pubblicati da gruppi di opposizione, questo emendamento finirebbe di fatto per isolare la società russa da qualunque informazione o punto di vista che le autorità giudichino ‘pericolosi’”.
“Questi cambiamenti rappresentano una palese violazione degli obblighi internazionali della Russia e della sua stessa costituzione, che garantisce a tutte le persone il diritto alla privacy, alla libertà di associazione e di espressione, incluso il diritto di accedere alle informazioni. Queste proposte legislative non devono diventare legge”.