Russia: la legge d’amnistia non può fare le veci del sistema giudiziario

19 Dicembre 2013

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Commentando l’approvazione parlamentare di una legge d’amnistia che potrebbe consentire la scarcerazione delle Pussy Riot e di alcuni detenuti di piazza Bolotnaya e il rientro in patria degli attivisti stranieri di Greenpeace, Amnesty International ha dichiarato che un’amnistia non può prendere il posto di un sistema giudiziario efficace e indipendente. Al contrario, il provvedimento è un’altra dimostrazione della politicizzazione della giustizia in Russia.

‘È difficile apprezzare la legge d’amnistia adottata oggi dalla Duma. Se avrà effetti positivi su molte vittime dell’ingiustizia, non ridarà una fedina penale pulita a persone condannate irregolarmente e non si estenderà a tutti i prigionieri di coscienza adottati da Amnesty International, escludendo molti degli imputati per le proteste del 2012 a piazza Bolotnaya’ – ha dichiarato John Dalhuisen, direttore del Programma Europa e Asia Centrale di Amnesty International.

‘I prigionieri di coscienza adottati da Amnesty International non avrebbero mai dovuto essere arrestati, incriminati e condannati per aver espresso le loro idee. Le incriminazioni e le condanne nei confronti di coloro che verranno rilasciati a seguito dell’amnistia dovranno essere cancellate. Chiediamo che gli altri prigionieri di coscienza che non beneficeranno dell’amnistia siano scarcerati immediatamente’ – ha sottolineato Dalhuisen.

‘La maniera migliore, per le autorità russe, di celebrare il 20esimo anniversario della Costituzione sarebbe iniziare ad applicarla’ – ha concluso Dalhuisen.

FINE DEL COMUNICATO          Roma, 18 dicembre 2013

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