Russia: la legge sulla ‘propaganda dell’omosessualità’ è un attacco alla libertà d’espressione

25 Gennaio 2013

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La legge che punisce ‘la propaganda dell’omosessualità tra i minori’, approvata dal parlamento della Russia con un solo voto contrario e un’astensione il 25 gennaio 2013, costituisce una violazione degli obblighi internazionali del paese nei confronti delle persone Lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate) destinata a violare i diritti umani fondamentali di queste ultime.

La legge introduce a livello federale il reato amministrativo di ‘propaganda dell’omosessualità tra i minori’, prevedendo multe fino a 500.000 rubli.

Poiché in Russia non esiste una definizione giuridica di cosa costituisca ‘propaganda dell’omosessualità’, Amnesty International ritiene che la legge finirà per punire comportamenti perfettamente legittimi legati all’espressione dell’identità e delle opinioni personali e contribuirà a stigmatizzare e isolare le persone Lgbti, minori inclusi, privandole dell’accesso a informazioni che potrebbero essere vitali per la loro salute.

La legge, in modo perverso, presume che lo sviluppo morale, spirituale e psicologico dei minori si persegua meglio privandoli di informazioni che potrebbero aiutarli a prendere decisioni autonome, responsabili e consapevoli.

Inoltre, la legge priverà le persone Lgbti dell’uguaglianza di fronte alla legge, vietando alcune loro attività ed esponendoli al rischio di attacchi e persecuzioni.

In occasione del voto della Duma, durante la manifestazione chiamata ‘La giornata del bacio’, diversi attivisti sono stati insultati e fatti oggetto di lanci di uova. Una ventina di essi sono stati arrestati.

La polizia ancora una volta, sottolinea Amnesty International, ha diretto la sua forza in modo discutibile contro le persone sbagliate, contro persone cioè che stavano esercitando il loro diritto alla libertà d’espressione, condividendo le une con le altre i propri sentimenti.