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Mentre la torcia olimpica arriva a Mosca in vista dei Giochi olimpici invernali del 2014 a Sochi, Amnesty International lancia una campagna mondiale per evidenziare il record sempre più deplorevole della Russia sui diritti umani.
‘La fiamma olimpica può gettare luce sulle violazioni dei diritti umani che le autorità preferirebbero nascondere dietro le decorazioni celebrative. È importante che tutti coloro che hanno un interesse ai Giochi siano a conoscenza delle restrizioni imposte dalle autorità russe alla società civile e ai cittadini comuni e usino la loro influenza per opporvisi’ – ha dichiarato John Dalhuisen, direttore del Programma Europa e Asia centrale.
Con l’arrivo della fiamma olimpica a Mosca e l’inizio del suo viaggio verso Sochi il 7 ottobre, centinaia di migliaia di soci di Amnesty International svolgeranno una serie di manifestazioni e proteste in tutto il mondo.
Da Ottawa a Portorico, Varsavia, Parigi, Bruxelles e Mosca, i sostenitori stanno organizzando veglie, flash mob e manifestazioni in luoghi pubblici e davanti alle ambasciate russe per sensibilizzare sulle violazioni dei diritti alla libertà di espressione, di associazione e di riunione pacifica in Russia.
‘La fanfara olimpica e le cerimonie spettacolari non nasconderanno il fatto che i diritti umani fondamentali vengono calpestati pur essendo esplicitamente garantiti dalla Costituzione russa e dai trattati internazionali sui diritti umani di cui la Russia è parte’ – ha dichiarato John Dalhuisen.
La campagna internazionale di Amnesty International metterà in evidenza:
tre prigionieri di coscienza, Vladimir Akimenkov, Artiom Saviolov e Mikhail Kosenko, detenuti da oltre un anno solo per aver esercitato pacificamente i loro diritti alla libertà di espressione e di riunione. Nel maggio 2012, sono stati arrestati in piazza Bolotnaya a Mosca, tra l’ondata di proteste di massa che è seguita alle tanto contestate elezioni parlamentari e presidenziali del 2011 e 2012. Tredici persone sono sotto processo a Mosca in relazione alle proteste di piazza Bolotnaya e molti altri sono ancora in attesa di processo su questo caso.
La legislazione che limita le proteste pacifiche impone severe ammende agli organizzatori di manifestazioni per violazione di una lista restrittiva di norme e regolamenti, spesso applicate arbitrariamente. Nel 2013 più di 600 persone sono state arrestate nel corso di 81 eventi nella sola area della città di Mosca.
La legislazione sugli ‘agenti stranieri’ del 2012 ha scatenato un giro di vite sulle ong in tutto il paese, inclusa l’ispezione dell’ufficio di Amnesty International a Mosca. Casi portati in tribunale dalla Procura contro le ong hanno portato a multe salate contro diverse organizzazioni e i loro leader. Molte più ong in tutta la Russia hanno ricevuto la richiesta ufficiale di registrarsi come ‘agenti stranieri’ o affrontare sanzioni simili.
La legislazione omofobica introdotta nel 2013 è usata per limitare i diritti alla libertà di espressione e di riunione delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuate (Lgbti) e ha già incoraggiato la violenza omofobica in tutta la Russia. Eventi Lgbti sono stati interrotti da contromanifestanti e vietati dalle autorità, con i partecipanti detenuti per la promozione di ‘propaganda di rapporti non tradizionali tra minori’. Chiunque violi la legge, inclusi gli stranieri, affronta multe fino a 3000 dollari.
La legge sulla ‘blasfemia’ introdotta dopo che il gruppo punk Pussy Riot ha messo in scena una breve e pacifica, sebbene provocatoria, performance politica nella principale Chiesa ortodossa russa a Mosca nel 2011. Due degli interpreti stanno attualmente scontando una condanna a due anni di carcere dopo un processo politicamente motivato: una di loro, Nadezhda Tolokonnikova, è in sciopero della fame ed è detenuta in isolamento dopo essersi lamentata delle condizioni carcerarie.
Il fallimento di indagare efficacemente sugli omicidi di giornalisti e attivisti per i diritti umani. Anna Politkovskaya è stata uccisa nel 2006, ma la mente della sua uccisione non è mai stata identificata. Nessuno è stato assicurato alla giustizia per le uccisioni di Natalia Estemirova, Khadzhimurad Kamalov e Akhmednabi Akhmednabiev, tra gli altri.
‘Le autorità russe non devono utilizzare i Giochi olimpici che vengono trasmessi sugli schermi tv di tutto il mondo come una cortina fumogena dietro la quale si possono violare i diritti umani in tutto il paese’ – ha dichiarato John Dalhuisen.
‘Tutti i tentativi da parte delle autorità russe di utilizzare la Carta olimpica come pretesto per evitare che gli individui o gli attivisti impegnati più in generale in manifestazioni legittime e pacifiche, non sfuggirebbero solo al divieto previsto dalla Carta, ma violerebbero anche le norme sulla libertà di espressione, di associazione e di riunione.
‘La Carta olimpica vieta le manifestazioni presso i siti olimpici, ma tali misure dovrebbero essere esercitate solo nei siti e nei luoghi di incontro sportivi e rigorosamente per scopi legittimi. Le Olimpiadi non sono una zona priva di diritti umani. I Giochi sono ospitati da una città, ma sono anche effettivamente ospitati dal paese in generale, e la violazione dei diritti umani fondamentali in questo paese, così come lo vediamo in Russia, è inaccettabile e deve cessare immediatamente’.
‘Tutti coloro che hanno a cuore i diritti umani, tutti coloro che partecipano ai Giochi olimpici, compresi coloro che sono coinvolti nell’organizzazione e nella loro esecuzione, devono esprimersi apertamente contro le violazioni dei diritti alla libertà di espressione, di associazione e di riunione pacifica’.
Per ulteriori informazioni:
FINE DEL COMUNICATO Roma, 3 ottobre 2013
Per interviste:
Amnesty International Italia – Ufficio Stampa
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