Russia, le norme anti Lgbt di San Pietroburgo devono essere bloccate

18 Novembre 2011

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Amnesty International ha sollecitato le autorità comunali di San Pietroburgo, la seconda città della Russia, a non approvare una proposta di legge che metterebbe a rischio la libertà d’espressione delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (Lgbti) e alimenterebbe la discriminazione nei loro confronti.

La norma, che ha già ottenuto il voto favorevole nella prima delle tre letture previste dal regolamento del Consiglio comunale, prevede il divieto di organizzare eventi pubblici da parte di singole persone e organizzazioni Lgbti col pretesto di proteggere i minorenni. Inoltre, impone multe fino all’equivalente di 1600 dollari per ‘azioni pubbliche dirette a propagandare la sodomia, il lesbismo, la bisessualità e la transessualità tra i minorenni’.

Si tratta di un malcelato tentativo di legalizzare la discriminazione,  attraverso l’idea che gli attivisti e le attiviste per i diritti delle persone Lgbti stiano cercando in qualche modo di convertire la gioventù russa attraverso la propaganda. Una tesi risibile, se non fosse che gli effetti di questa legge sarebbero molto pericolosi e di ampia portata‘ – ha dichiarato Amnesty International.

Di fatto, se la legge entrasse in vigore, la libertà d’associazione e d’espressione delle persone e dei gruppi Lgbti sarebbe proibita ovunque fossero presenti dei bambini, praticamente in quasi tutti gli eventi organizzati da loro e in loro favore.

Altre regioni della Russia hanno in programma la messa al bando della ‘propaganda dell’omosessualità’. A Riazan le norme in materia sono già entrate in vigore, mentre a Mosca e ad Arkhangelsk se ne sta discutendo.