Tempo di lettura stimato: 3'
Amnesty International ha chiesto alle autorità russe il rilascio immediato e incondizionato di tre ragazze che fanno parte del gruppo punk ‘Pussy Riot’, incriminate per ‘vandalismo’ .
Il 21 febbraio, all’interno della Cattedrale del Cristo Redentore di Mosca, le ‘Pussy Riot’ avevano cantato il brano ‘Vergine Maria liberaci da Putin’. Il testo critica il sostegno dato da alcuni esponenti della Chiesa ortodossa al primo ministro Vladimir Putin e invita la Vergine Maria a diventare femminista e a cacciare il leader russo.
Il 4 marzo Maria Alekhina e Nadezhda Tolokonnikova sono state arrestate e lo stesso è accaduto il 15 marzo a Ekaterina Samusevich. Le tre ragazze, che hanno ammesso di far parte delle ‘Pussy Riot’, negano di aver preso parte alla protesta nella cattedrale. Dovranno rimanere in detenzione preventiva fino al 25 aprile.
Secondo Amnesty International, che abbiano o meno preso parte alla protesta, le tre ragazze non devono essere incriminate per l’espressione delle loro opinioni politiche, per quanto possano risultare offensive.
La Corte europea dei diritti umani ha ripetutamente sottolineato che la libertà d’espressione vale non solo per le idee inoffensive ma ‘anche per quelle che offendono, scandalizzano o disturbano lo stato o una parte della popolazione’.
Inoltre, anche se la performance intendeva provocare scandalo, si è trattato di un gesto inoffensivo, durato pochi minuti. Le attiviste hanno lasciato la Cattedrale quando sono state sollecitate a farlo, senza arrecare danni.
Invece di accanirsi sul piano giudiziario contro le ‘Pussy Riots’, le autorità russe dovrebbero riconoscere che la loro protesta è protetta dal diritto alla libertà d’espressione, riconosciuto dalle norme internazionali. Amnesty International auspica che le tre ragazze siano prosciolte e rilasciate immediatamente e senza condizioni.