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Il 20 aprile 2017 la Corte suprema della Federazione russa ha messo al mando i Testimoni di Geova in quanto “organizzazione estremista”. Il Centro amministrativo e i 395 gruppi regionali dei Testimoni di Geova saranno dunque sottoposti a liquidazione e i loro beni potranno essere sequestrati dallo stato. Chi continuerà a manifestare la sua fede partecipando alle preghiere o svolgendo attività religiose, di proselitismo o di raccolta fondi potrà essere sottoposto a procedimento penale e rischierà fino a 12 anni di carcere.
Amnesty International ha giudicato la sentenza della Corte suprema un disdicevole passo indietro verso le repressive politiche del passato in tema di religione e ha annunciato che adotterà come prigionieri di coscienza, chiedendone il rilascio immediato e incondizionato, i Testimoni di Geova che saranno imprigionati per aver continuato a praticare la loro fede.
I Testimoni di Geova basano la loro fede sulla Bibbia e non usano né promuovono la violenza. In Russia, sono circa 170.000. In molti paesi vengono perseguitati perché, proprio per le loro idee pacifiste, praticano l’obiezione di coscienza al servizio militare
Subito dopo la sentenza della Corte suprema, sono iniziati gli attacchi contro i luoghi di preghiera e altre proprietà dei Testimoni di Geova: lo stesso 20 aprile a San Pietroburgo, il 22 a Gustovo, il 30 ad Achinsk, Penza e Lutsino e il 5 maggio a Novomoskovsk. Amnesty International ha sollecitato le autorità russe a indagare su questi attacchi e a portare i responsabili di fronte alla giustizia.