Russia, multe esorbitanti: assalto ai media indipendenti, alle Ong e agli attivisti

30 Ottobre 2018

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Russia, multe esorbitanti: Amnesty International denuncia l’ultimo assalto ai media indipendenti, alle Ong e agli attivisti

Amnesty International ha denunciato l’ultimo assalto ai diritti umani in Russia attraverso un’ondata di multe ingiuste, eccessive e dall’effetto soffocante nei confronti dei media indipendenti, delle Ong e dei difensori dei diritti umani.

“Ancora una volta le autorità russe prendono di mira organizzazioni e individui indipendenti, in questo caso colpendole con multe soffocanti. Utilizzando tutta una serie di leggi repressive, le autorità di Mosca elevano multe esorbitanti una dopo l’altra in quello che appare un attacco coordinato per porre fine alle attività di coloro che le criticano”, ha dichiarato Natalia Zviagina, direttrice dell’ufficio moscovita di Amnesty International.

L’ultimo destinatario di questi attacchi mirati è il settimanale “Tempi nuovi”, uno degli organi di stampa più critici della Russia: il 26 ottobre la rivista è stata multata di 22.250.000 rubli (circa 290.000 euro) per “non avere fornito informazioni sui fondi ricevuti”. Si tratta della multa più alta finora emessa nei confronti dei media in Russia.

Nel 2017 “Tempi nuovi” era stato costretto a interrompere la diffusione dell’edizione cartacea per il crollo delle inserzioni pubblicitarie, dopo che la rivista era stata definita sleale nei confronti del governo. Ora, con questa multa, il settimanale è vicino alla bancarotta.

Sempre il 26 ottobre la Fondazione Andrey Rylkov, un noto organismo che chiede riforme nelle politiche di contrasto alla droga, è stato multato di 800.000 rubli (circa 10.400 euro) per aver “fatto propaganda a sostanze narcotiche” in una pubblicazione che si occupa di accesso ai servizi sanitari per le persone che usano droghe.

“La stessa strategia viene contemporaneamente usata nei confronti di coloro che esprimono opinioni dissidenti su una vasta gamma di temi politici”, ha aggiunto Zviagina.

Pochi giorni fa un tribunale ha imposto una multa insolitamente alta (un milione di rubli, equivalenti a 13.000 euro) a Transparency International Russia, giudicata colpevole di aver diffamato una persona molto vicina al presidente Putin.

Al contempo, i tribunali russi evitano ampiamente di proteggere i difensori dei diritti umani dagli attacchi alla loro reputazione portati avanti dai mezzi d’informazione controllati dallo stato.

Nel mese di ottobre Sergei Zykov, difensore dei diritti umani di Yekaterinburg (nella regione degli Urali) e Aleksandr Kunilovsky, un attivista dell’opposizione di Tyumen (nella Siberia settentrionale) sono stati multati rispettivamente di 300.000 e 290.000 rubli (circa 3900 euro e circa 3800 euro) per aver violato le norme, ingiustamente restrittive, sulle manifestazioni pubbliche.

“Chiediamo alle autorità russe di porre immediatamente fine a questo feroce assalto alle organizzazioni della società civile e di cessare di usare leggi repressive per elevare multe esorbitanti”, ha concluso Zviagina.

Ulteriori informazioni

“Tempi nuovi”, la Fondazione Andrey Rylkov e Transparency International Russia stanno subendo crescenti pressioni da parte delle autorità russe, soprattutto perché ricevono fondi dall’estero.

L’articolo 13.15.1 del codice dei reati amministrativi, usato contro “Tempi nuovi”, è entrato in vigore nel 2015 nel contesto di una campagna contro gli organi d’informazione indipendenti, costretti a ricorrere a fondi esteri a causa dell’insufficienza dei finanziamenti nazionali disponibili in loro favore.

La Fondazione Andrey Rylkov è stata inserita nel 2016, da parte del ministero della Giustizia, nell’elenco degli “agenti stranieri”. Da allora, il suo bilancio si è fortemente ridotto a causa dell’insufficienza delle fonti di finanziamento interne.

FINE DEL COMUNICATO                                                    

Roma, 30 ottobre 2018

Per interviste:

Amnesty International Italia – Ufficio Stampa

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