Russia, nuovo attacco omofobo a San Pietroburgo

4 Novembre 2013

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Amnesty International ha sollecitato le autorità russe a rintracciare e portare rapidamente di fronte alla giustizia i responsabili della nuova aggressione omofoba avvenuta a San Pietroburgo.

La notte del 3 novembre 2013 due uomini a volto coperto, brandendo fucili ad aria compressa e mazze da baseball, hanno attaccato l’ufficio di LaSky – un’Organizzazione non governativa che assiste persone gay che hanno contratto l’Hiv – dove era in corso il ‘coffee party’ settimanale, un incontro tra persone lesbiche gay bisessuali transgender e intersessuate (Lgbti) ed eterosessuali per promuovere la tolleranza e la conoscenza. Una persona ha perso la vista a un occhio e un’altra è rimasta a sua volta ferita.

La polizia è arrivata sul posto ma se n’è andata rapidamente, non avendo rinvenuto ‘prove del reato’. La procura di San Pietroburgo ha aperto un’inchiesta per ‘teppismo’.

‘Questo nuovo insidioso attacco, che avrebbe potuto avere esiti persino peggiori e mortali, è un ulteriore segno di quanto sia diffusa l’atmosfera omofoba in Russia. Se non verrà fatto nulla per combattere l’odio, il terreno sarà fertile per ulteriori violenze’ – ha dichiarato Denis Krivosheev, vicedirettore del Programma Europa e Asia Centrale di Amnesty International.

‘Il presidente Putin ha dichiarato pubblicamente che la Russia accoglierà attiviste e attivisti Lgbti alle Olimpiadi invernali di Soci, ma queste parole suonano vuote di fronte al susseguirsi di crimini dell’odio’ – ha aggiunto Krivosheev.

Nel luglio 2013 il parlamento russo ha promulgato una legge che istituzionalizza la discriminazione contro le persone Lgbti e un ampio gruppo di organizzazioni che promuovono i diritti umani di queste ultime. La legge, scritta in modo assai generico, limita i diritti alla libertà d’espressione e di manifestazione delle persone Lgbti e ha già scatenato un’ondata di violenza da parte di gruppi di vigilantes in tutto il paese.

‘Le autorità russe devono ritirare questa legge omofoba senza indugio’ – ha concluso Krivosheev.