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I tentativi delle autorità russe di reprimere il lavoro per i diritti umani nel paese stanno aumentando, ha segnalato oggi Amnesty International dopo che un’Ong nella città di Ryazan ha perso una causa determinata da una nuova legge repressiva.
Il Memoral Ryazan ha impugnato senza successo la diffida di un pubblico ministero relativa alla sua mancata registrazione come ‘agente straniero’ secondo la legge, che definisce il suo lavoro sui diritti umani ‘politico’.
‘La sconfitta in tribunale di Memorial Ryazan è un ulteriore pericoloso sviluppo per le Ong russe e mette in evidenza le spaventose implicazioni che la ‘legge per gli agenti stranieri‘ ha sul futuro dei diritti umani nel paese’ – ha affermato Sergei Nikitin, direttore dell’ufficio di Mosca di Amnesty International.
‘Se altri tribunali russi prenderanno simili decisioni, si alimenterà un processo che essenzialmente paralizzerà il movimento per i diritti umani nel paese, una prospettiva che sembrerebbe essere ben accolta dal Cremlino’.
Lo scorso luglio il presidente Vladimir Putin ha approvato la così detta ‘legge sugli agenti stranieri’, entrata in vigore a novembre 2012. Richiede a tutte le organizzazioni non governative che ricevono fondi dall’estero di registrarsi come ‘organizzazione che svolge le funzioni di agente straniero’ se svolge quella che viene genericamente definita ‘attività politica’.
Il governo russo ha affermato che la legge vuole aumentare la trasparenza e la responsabilità delle organizzazioni della società civile nel paese, anche attraverso regole più forti in questa area già esistente.
‘La legge restrittiva sulle Ong in Russia è il tentativo sottilmente mascherato da parte delle autorità di continuare a reprimere e screditare il lavoro di quelli che rischiano per raccontare la situazione dei diritti umani’ – ha affermato Sergei Nikitin.
Il contenuto del sito web di Memorial Ryazan, che include alcuni documenti di Amnesty International, è stato usato come prova che il lavoro dell’organizzazione era ‘politico’ durante l’udienza tenutasi presso il tribunale civile.
Da quando la legge è divenuta esecutiva, le organizzazioni della società civile in Russia sono state soggette a pressioni, intimidazioni , molestie e a un’oltraggiosa campagna da parte delle autorità.
Gli uffici di centinata di Ong – incluso l’ufficio di Amnesty International a Mosca – sono stati ‘ispezionati’ da rappresentanti del pubblico ministero, ispettori del fisco e altre agenzie governative.
La legge contravviene gli obblighi della Federazione russa rispetto al diritto internazionale dei diritti umani, che include la libertà di associazione.