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Nell’ambito della 41ma edizione del Giffoni Film Festival, svoltasi dal 12 al 21 luglio 2011 a Giffoni Valle Piana (Sa), Amnesty International Italia aveva proposto ai giurati della manifestazione di partecipare a due azioni. A bambine e bambini delle sezioni elements 6 e 10 era stato chiesto di prendere parte a una foto petizione che li ritraeva con un ciak per chiedere la liberazione immediata di Zarganar, celebre attore di Myanmar.
La seconda azione aveva coinvolto i giurati generator 13, 16 e 18 ai quali era stato chiesto di sottoscrivere una petizione per chiedere al ministro della Giustizia della Turchia di garantire ad Halil Savda, sostenitore del diritto all’obiezione di coscienza e già a sua volta obiettore di coscienza al servizio militare, il diritto a esprimere pubblicamente la sua opposizione alla guerra e al servizio militare, senza timore di subire intimidazioni o di essere arrestato, accusato e imprigionato come già accaduto in altre quattro occasioni che lo hanno costretto a trascorrere in un carcere militare 17 mesi in cinque anni.
Dopo la scarcerazione di Zarganar, ottenuta il 12 ottobre scorso grazie a un’amnistia concessa dal governo di Myanmar, Giffoni Film Festival e Amnesty International Italia hanno fatto il bis!
È del 13 aprile 2012 la notizia del rilascio di Halil Savda dopo aver scontato metà di una condanna a 100 giorni di carcere in base all’articolo 318 del codice penale turco, che prevede una pena per chi cerchi di ‘allontanare il pubblico dal servizio militare’. La sentenza era relativa a un episodio dell’agosto 2006, quando Savda fu arrestato per aver espresso, durante una conferenza stampa, il suo sostegno a due obiettori di coscienza israeliani – Itzik Shabbat e Amir Paster – che si rifiutavano di partecipare all’operazione militare di Israele contro il Libano.
La mobilitazione di Amnesty International Italia, approdata al Giffoni Film Festival suscitando come sempre l’interesse e il coinvolgimento di ragazze e ragazzi attivatisi con grande entusiasmo, è proseguita intensamente anche dopo l’incarcerazione fino a ottenere la liberazione di Halil Savda.