Seconda notte di terrore alla moschea di al-Aqsa, ecco cos’è l’apartheid israeliano

6 Aprile 2023

© Mostafa Alkharouf/Anadolu Agency via Getty Images

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Due notti consecutive di terrore trascorse dai fedeli palestinesi alla moschea di al-Aqsa di Gerusalemme hanno mostrato, per Amnesty International, la profonda brutalità del sistema israeliano di apartheid. 

La sera del 5 aprile le forze di sicurezza israeliane hanno fatto irruzione nella moschea, intorno alle 22.30, poco dopo la fine della preghiera della sera. Hanno lanciato granate assordanti e picchiato coi calci dei fucili i palestinesi presenti per il Ramadan.

Nel corso del primo attacco, la notte tra il 4 e il 5 aprile, erano stati arrestati almeno 450 palestinesi, 50 dei quali sono ancora in stato di detenzione. Molte delle persone scarcerate dal centro di detenzione di Atarot erano a piedi scalzi e mostravano segni di percosse e ferite.

Un avvocato ha riferito ad Amnesty International che molte delle persone arrestate, minorenni compresi, erano state picchiate. La Società palestinese della Mezzaluna rossa ha riferito che le forze israeliane avevano impedito al suo personale di soccorrere i feriti all’interno della moschea sparando proiettili di gomma contro le ambulanze.

“Questi attacchi coordinati mostrano fino a che punto le autorità israeliane siano disposte ad arrivare per mantenere il loro crudele sistema di apartheid. Nelle tremende immagini degli ultimi due giorni abbiamo visto le forze di sicurezza israeliane picchiare uomini, donne e bambini e trascinarli via fuori dalla moschea. Ancora una volta le forze di sicurezza israeliane hanno dimostrato cosa sia l’apartheid”, ha dichiarato Heba Morayef, direttrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l’Africa del Nord. 

“Le forze di sicurezza hanno sottoposto i fedeli palestinesi a due notti consecutive di terrore e hanno trasformato uno dei luoghi più sacri dell’Islam nella scena di un crimine. Sollecitiamo la comunità internazionale ad agire immediatamente per proteggere i palestinesi da questa violenta oppressione e per chiedere alle autorità israeliane di rendere conto dei loro crimini di diritto internazionale. L’impunità per questi terribili attacchi contro persone in preghiera non farà altro che alimentare ulteriore violenza”, ha aggiunto Morayef.

Non è stata la prima volta in cui le forze di sicurezza israeliane hanno attaccato la moschea di al-Aqsa durante il Ramadan. Nel 2021 erano stati feriti almeno 170 palestinesi.

Dopo l’attacco della notte tra il 4 e il 5 aprile sono scoppiate proteste nelle città e nei villaggi palestinesi di Israele. Il 5 e il 6 aprile le forze israeliane hanno compiuto attacchi aerei contro la striscia di Gaza in risposta al lancio di missili contro Israele.