Sedici anni dall’apertura del centro di detenzione di Guantánamo. Amnesty International: “Sia chiuso una volta per tutte”

11 Gennaio 2018

Tempo di lettura stimato: 4'

In occasione del sedicesimo anniversario dell’apertura del tristemente noto centro di detenzione situato presso la base navale statunitense di Guantánamo Bay, Amnesty International ha chiesto ancora una volta la chiusura della struttura e un processo equo oppure il rilascio immediato delle persone che vi sono ancora trattenute.

“Nel corso degli anni, Guantánamo è diventato il simbolo della tortura, dei trasferimenti illegali e delle detenzioni a tempo indeterminato senza accusa né processo, in totale violazione degli standard internazionali sulla giustizia e sui diritti umani. La sua chiusura è tanto essenziale quanto lungamente dovuta”, ha dichiarato Erika Guevara Rosas, direttrice di Amnesty International per le Americhe.

A Guantánamo restano 41 persone, tutte detenute da oltre 10 anni. La maggior parte di loro non è mai stata processata né accusata, mentre altri stanno affrontando processi iniqui da parte delle commissioni militari che in alcuni casi potrebbero concludersi persino con una condanna a morte.

In occasione del sedicesimo anniversario, Amnesty International mette in evidenza il caso di Toffiq al-Bihani, detenuto a Guantánamo senza accusa né processo dal 2003 e più volte sottoposto a maltrattamenti e torture. Le autorità statunitensi hanno affermato chiaramente che non intendono incriminarlo.

Non si comprende perché al-Bihani si trovi ancora a Guantánamo. Il suo caso spiega come il centro di detenzione rimanga un luogo di elevate violazioni dei diritti umani”, ha commentato Guevara Rosas.

Al-Bihani dovrebbe essere trasferito in un paese che rispetti i suoi diritti umani, così come per tutti gli altri detenuti ancora a Guantánamo dovrebbe essere trovata una soluzione pienamente in linea col diritto internazionale dei diritti umani. Questa abominevole struttura detentiva dovrebbe essere chiusa una volta per tutte”, ha proseguito Guevara Rosas.

Mohamedou Ould Salahi, un ex detenuto di Guantánamo, ha dichiarato: “So per esperienza diretta che a Guantánamo i prigionieri vengono trattati in modo crudele e degradante. È assurdo che persone come Toffiq al-Bihami continuino a stare lì dentro. Mi associo alla richiesta di Amnesty International che sia trasferito fuori da quella prigione”.

Gli attivisti e le attiviste di Amnesty International di ogni parte del mondo stanno sollecitando il dipartimento Usa alla Difesa a rilasciare al-Bihami da Guantánamo, a trovare una soluzione pienamente in linea col diritto internazionale dei diritti umani per tutte le altre persone che vi sono ancora detenute e a chiudere il centro di detenzione una volta per tutte.

FINE DEL COMUNICATO

Roma, 11 gennaio 2018

Per interviste:

Amnesty International Italia – Ufficio Stampa

Tel. 06 4490224 – cell. 348 6974361, e-mail: press@amnesty.it