Sentenza della Cassazione sulla ‘rendition’ di Abu Omar: ‘ un passo avanti verso la fine dell’impunità’

20 Settembre 2012

Tempo di lettura stimato: 2'

La sentenza del 19 settembre con cui la Corte di cassazione ha confermato le condanne di 22 agenti della Cia e di un funzionario militare Usa per il rapimento, avvenuto a Milano nel 2003, del cittadino egiziano Usama Mostafa Hassan Nasr (meglio noto come Abu Omar), è per Amnesty International un passo avanti verso la fine all’impunità.

Dopo il rapimento, Usama Mostafa Hassan Nasr era stato trasferito in Egitto, dove era stato sottoposto a torture.

La Corte di cassazione ha inoltre stabilito che cinque alti funzionari dei servizi segreti italiani, in precedenza dichiarati non processabili, dovranno essere giudicati per il ruolo avuto durante il sequestro.

Questa importante sentenza è un altro passo avanti verso l’accertamento delle responsabilità per le violazioni dei diritti umani avvenute nel contesto del programma statunitense delle ‘rendition’‘ – ha dichiarato Julia Hall, esperta di Amnesty International su antiterrorismo e diritti umani. ‘Siamo particolarmente soddisfatti per la decisione della Corte di cassazione di ordinare un nuovo processo per gli agenti dei servizi segreti italiani. La Corte, in questo modo, ha riconosciuto che un segreto di stato generalizzato non può essere invocato per evitare che i governi debbano rendere conto delle violazioni dei diritti umani‘.

FINE DEL COMUNICATO                                                  Roma, 20 settembre 2012

Per approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia – Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 – cell. 348 6974361, e-mail press@amnesty.it