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Commentando la sentenza emessa il 15 dicembre dalla Corte di cassazione sulla morte di Stefano Cucchi, il presidente di Amnesty International Italia Antonio Marchesi ha rilasciato questa dichiarazione: ‘La sentenza della Suprema Corte conferma che, come ha detto il procuratore generale Rossi, sulla vicenda di Stefano Cucchi non può e non deve essere messa ‘una sorta di pietra tombale’, e ciò per il semplice motivo che all’origine della sua morte vi è un insieme di comportamenti che il percorso giudiziario svolto finora non ha accertato’.
‘Ora, attraverso il nuovo processo d’appello che la sentenza impone e soprattutto tramite il nuovo filone d’inchiesta ‘Cucchi – bis’, che ipotizza la responsabilità di alcuni appartenenti dell’Arma dei Carabinieri per il ‘violentissimo pestaggio’ subito da Stefano Cucchi, si riapre la speranza che le dinamiche dei fatti e le responsabilità individuali, anche se con un forte ritardo che ha aggravato la sofferenza dei familiari, siano finalmente conosciute’.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 16 dicembre 2015
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