Tempo di lettura stimato: 3'
Secondo un rapporto diffuso da Amnesty International diffuso il 14 settembre, in Serbia i difensori dei diritti umani sono a rischio e le autorità stanno venendo meno all’obbligo di proteggerli.
Il rapporto descrive gli ultimi attacchi nei confronti dei difensori dei diritti umani, compresi coloro che si battono per i diritti delle donne. Attraverso la stampa parlamentari, organizzazioni di estrema destra, membri di servizi di sicurezza accusati di crimini di guerra hanno attaccato i difensori dei diritti umani, minacciandoli di linciaggio. In alcuni casi, i difensori dei diritti umani hanno subito la distruzione delle loro abitazioni e uffici, o sono stati aggrediti da gruppi neonazisti.
Tra le vittime degli attacchi figurano Nataa Kandic, direttrice del Centro per il diritto umanitario, Sonja Biserko, direttrice del Comitato di Helsinki per i diritti umani, Biljana Kovacevic Vuco del Comitato degli avvocati per i diritti umani ed esponenti dell’organizzazione per i diritti delle donne Donne in nero. La stampa ha accusato queste persone di essere antiserbi a causa della loro posizione a favore dell’indipendenza del Kosovo e per aver chiesto di portare dinanzi alla giustizia i responsabili dei crimini commessi negli anni Novanta in Croazia, Bosnia ed Erzegovina e Kosovo.
Nel mirino anche i difensori dei diritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (Lgbt). La comunità Lgbt dal 2001 non può organizzare Pride a causa delle minacce, anche esplicite come accaduto per il Pride previsto per il 20 settembre, da parte di frange di destra e di organizzazioni religiose.
Amnesty International chiede al governo serbo di attuare nella legge e nella pratica i principi della Dichiarazione sui difensori dei diritti umani, che fornisce un quadro giuridico per proteggere e supportare i difensori dei diritti umani. L’organizzazione per i diritti umani chiede alle ambasciate degli stati membri dell’Unione europea di garantire protezione e supporti ai difensori dei diritti umani in Serbia.