Serbia, necessaria nuova legge contro gli sgomberi forzati

17 Ottobre 2012

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In un rapporto pubblicato il 17 ottobre, Amnesty International ha sostenuto la necessità che il nuovo governo serbo introduca nuove leggi che proibiscano gli sgomberi forzati.

Il rapporto, intitolato  ‘Dopo Belvil, la Serbia ha bisogno di nuove leggi contro gli sgomberi forzati’ esamina il devastante impatto sulle vite di quasi 1000 rom vittime, il 26 aprile 2012, dello sgombero forzato dell’insediamento informale di Belvil, Nuova Belgrado.

Questo sgombero forzato di massa dimostra il bisogno di un cambiamento nella legislazione serba. Le autorità devono adottare urgentemente una legge che proibisca gli sgomberi forzati e disponga salvaguardie da soddisfare prima di uno sgombero, affinché il diritto a un alloggio adeguato e gli altri diritti umani di una comunità di cui è previsto lo sgombero siano rispettati.

Le autorità hanno totalmente mancato nell’applicazione delle salvaguardie fondamentali prima dello sgombero, compresa un’autentica consultazione con le quasi 1000 persone coinvolte; non hanno esplorato tutte le possibili alternative allo sgombero e al nuovo insediamento; non hanno fornito informazioni alle persone, nemmeno sulle motivazioni dello sgombero, non ne hanno dato preavviso né hanno fornito rimedi legali.

‘Le autorità di Belgrado hanno affermato di voler migliorare la situazione dei rom sgomberandoli da Belvil, ma molti di essi sono invece finiti in una situazione ben peggiore’ – ha dichiarato Sian Jones, esperto sulla Serbia di Amnesty International. ‘Per molti rom che sono stati rimandati nel sud della Serbia, la mancanza di una previa consultazione o di un’opzione alternativa di alloggio significa essere ritornati in comuni dove non hanno casa e dove non c’è lavoro’.

Altre famiglie rom sono state reinserite in insediamenti segregati fatti di container, nei sobborghi di Belgrado. Per molti, abituati a guadagnarsi da vivere raccogliendo materiali da riciclo nel centro di Belgrado, trovare un lavoro lì è impossibile. Senza lavoro, molte famiglie ora dipendono dalle autorità per il cibo e hanno difficoltà nell’accesso alle cure sanitarie e ad altri servizi.

Un rom sgomberato da Belvil, mandato in un campo di container vicino Belgrado, ha detto ad Amnesty International: ‘A Belvil potevamo programmare come sopravvivere ogni settimana, come avremmo nutrito i nostri figli. Qui siamo completamente dipendenti dagli aiuti. I nostri figli hanno fame e io non so dove andare a guadagnarmi qualche soldo per dare loro da mangiare’.

‘Gli standard internazionali stabiliscono chiaramente che lo sgombero può essere eseguito come ultima risorsa, una volta che tutte le possibili alternative siano state considerate e nell’ambito di una reale consultazione con le parti interessate. Questo chiaramente non è stato il caso degli abitanti di Belvil’ – ha sottolineato Sian Jones.

Nell’aprile 2012, la Commissione europea ha accordato di destinare finanziamenti per fornire alloggi adeguati ai rom vittime dello sgombero forzato di Belvil. Tuttavia, Amnesty International è preoccupata che cinque dei sei siti proposti dalle autorità di Belgrado sono lontani dal centro della città, mal collegati coi trasporti pubblici ai servizi sanitari e alle scuole, lontani da opportunità di lavoro.

Amnesty International si è appellata all’Unione europea, alle autorità municipali di Belgrado, al nuovo governo serbo e alle altre autorità coinvolte nel reinsediamento in nuovi alloggi, affinché riconsiderino i siti proposti e i rom sgomberati non finiscano per vivere permanentemente in insediamenti segregati alla periferia di Belgrado.

‘Le autorità serbe, al pari dell’Unione europea, devono garantire che i fondi per il reinsediamento non saranno usati per  sistemare i rom in abitazioni segregate dal punto di vista etnico, cosa che infrangerebbe la Legge contro la discriminazione, vigente in Serbia, e il diritto internazionale’ – ha affermato Jones.

‘Le autorità serbe devono introdurre e implementare una legislazione che proibisca gli sgomberi forzati, e questa deve essere seguita dalla ristrutturazione e dalla legalizzazione di insediamenti informali in Serbia’ – ha concluso Jones.

 

Scarica il rapporto in inglese ‘After Belvil: Serbia needs new laws against forced eviction’

 

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