Siria: dopo sanzioni dell’Ue occorre un’azione decisa di Onu e Lega araba

24 Maggio 2011

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Le sanzioni adottate il 23 maggio dall’Unione europea nei confronti del presidente Bashar al-Assad devono, secondo Amnesty International, stimolare le Nazioni Unite e la Lega araba a intraprendere azioni più decise contro la violenta repressione delle manifestazioni in corso in Siria.

Amnesty International ha apprezzato il congelamento dei beni patrimoniali e il divieto d’ingresso decisi dall’Unione europea nei confronti del presidente al-Assad e di altre figure di primo piano del governo siriano, ma ha ammonito che potrebbe trattarsi di provvedimenti insufficienti e tardivi. Il Consiglio di sicurezza deve assumere una posizione più determinata nei confronti della Siria, deferendo la situazione alla Corte penale internazionale: in Siria da settimane si sta verificando quando si stava verificando in Libia, all’epoca della risoluzione che chiamò in causa il massimo organo della giustizia internazionale.

L’organizzazione per i diritti umani ha redatto un elenco di oltre 720 persone uccise dalle forze di sicurezza siriane nel corso degli ultimi due mesi di rivolte e manifestazioni, 60 delle quali uccise tra venerdì 20 e sabato 21 marzo. Inoltre, Amnesty International ritiene che migliaia di persone siano agli arresti senza alcun contatto col mondo esterno e rischino dunque la tortura, praticata sistematicamente dalle forze di sicurezza siriane da lunghi anni.

Amnesty International ha sollecitato le Nazioni Unite e la Lega Araba a imporre un embargo totale sulle armi destinate alla Siria e a congelare i beni patrimoniali del presidente Assad e dei suoi collaboratori.

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