Siria, i manifestanti pacifici arrestati a Sweida devono essere immediatamente rilasciati

25 Giugno 2020

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Amnesty International ha dichiarato che il governo siriano deve rilasciare immediatamente e incondizionatamente 11 uomini che sono stati arrestati a seguito di proteste pacifiche nella città a maggioranza drusa di Sweida.

Le proteste contro il governo, iniziate il 7 giugno, vertevano su preoccupazioni legate al tracollo economico siriano, tuttavia si sono rapidamente estese fino a includere la richiesta di un “cambio di regime”, il ritiro delle forze iraniane e russe dalla Siria e il rilascio dei detenuti.

Nei giorni seguenti, uno tra gli attivisti più in vista fra gli organizzatori delle proteste è stato arrestato dalle forze di sicurezza siriane e da allora non si hanno sue notizie né si sa cosa gli sia accaduto o dove si trovi.

Successivamente, altri nove uomini sono stati arrestati durante una manifestazione pacifica di protesta il 15 giugno e uno studente è stato arrestato a un posto di blocco il giorno seguente.

Le autorità siriane stanno conducendo una campagna di intimidazioni, ancora una volta con sparizioni forzate e arresti arbitrari, per cercare di impedire a coloro che protestano pacificamente di esprimere le proprie preoccupazioni“, ha dichiarato Lynn Maalouf, direttrice delle ricerche sul Medio Oriente di Amnesty International.

Dal 2011, la brutale risposta del governo siriano alle proteste ha portato ad anni di spargimenti di sangue e inimmaginabili sofferenze per la popolazione siriana. Quest’ultimo giro di vite dimostra che il governo non ha alcuna intenzione di cambiare le pratiche repressive e brutali degli ultimi nove anni“, ha proseguito Lynn Maalouf.

Questi uomini non hanno commesso alcun reato e non c’è motivo per il quale dovrebbero trovarsi dietro le sbarre. Tutti coloro i quali sono stati detenuti in maniera arbitraria devono essere rilasciati incondizionatamente e immediatamente“, ha concluso Lynn Maalouf.

Giro di vite contro i manifestanti

Il 15 giugno manifestazioni antigovernative a Sweida sono state osteggiate da sostenitori del governo organizzati. Negli scontri che ne sono seguiti, le forze di sicurezza avrebbero malmenato i manifestanti antigovernativi e nove di essi sono stati arrestati.

I Corpi di verifica digitale di Amnesty International hanno esaminato e verificato delle informazioni open source che confermano le testimonianze e persino l’arresto dei manifestanti intorno alle ore 11:00.

Il giorno seguente uno studente che non aveva neanche partecipato alle proteste è stato arrestato a un posto di blocco mentre si recava a scuola, presumibilmente in relazione alle proteste.

Gli abitanti di Sweida hanno riferito ad Amnesty International che i detenuti si trovano attualmente nel carcere civile della città. A tre uomini è stato detto che saranno stati trasferiti al Tribunale penale di Sweida per il processo. Il governo siriano ha minacciato di trasferire gli altri otto uomini al tribunale antiterrorismo di Damasco se le proteste non cesseranno.

Ulteriori informazioni

Negli ultimi anni nella città hanno avuto luogo discontinue e occasionali proteste, principalmente a causa delle difficoltà economiche. All’inizio del 2020, proteste regolari sono riprese nell’ambito di una nuova campagna: “Vogliamo vivere”.

I manifestanti sono perlopiù giovani uomini frustrati dalla mancanza di opportunità di lavoro. A Sweida, grazie a un accordo con il governo, sono esonerati dal servizio di leva obbligatorio pertanto non possono neanche lasciare la città causa del timore di essere costretti ad arruolarsi.