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Amnesty International ha accusato il presidente siriano Bashar al-Assad di aver perso un’opportunità cruciale, nel discorso alla nazione di mercoledì 30 marzo, per porre fine alla repressione attraverso l’abolizione dello stato d’emergenza.
‘Attribuendo a una ‘cospirazione’ straniera la responsabilità delle proteste in corso, il presidente al-Assad ha offeso i tanti siriani che coraggiosamente si battono per le riforme’ – ha dichiarato Philip Luther, vicedirettore per il Medio Oriente e l’Africa del Nord di Amnesty International. ‘Anziché ricorrere a un pericoloso diversivo, avrebbe dovuto affrontare il problema reale, e cioè l’uso della forza letale da parte delle sue forze di sicurezza, che hanno ucciso decine di manifestanti nell’ultimo mese’.
Nonostante vi fossero ampie aspettative che nel suo discorso annunciasse l’abolizione dello stato d’emergenza, in vigore da 50 anni in Siria, il presidente al-Assad ha affermato che le leggi relative allo stato d’emergenza, ai partiti politici e a ulteriori questioni saranno deferite alle ‘istituzioni competenti’. Il presidente al-Assad ha poi dichiarato che la Siria è vittima di una ‘cospirazione’ straniera che ha l’obiettivo di destabilizzare il paese.
‘Sebbene abbia riconosciuto la necessità di riforme, il presidente al-Assad non ha inteso affrontare direttamente la questione dello stato d’emergenza: se volesse, potrebbe abolirlo domani’ – ha commentato Luther. Avrebbe dovuto, piuttosto, ordinare immediatamente alle forze di sicurezza di porre fine all’uso non necessario della forza e annunciare misure per attuare riforme specifiche nel campo dei diritti umani’.
Amnesty International teme che le forze di sicurezza possano essere già in azione a Latakia, nei confronti di persone scese in strada per protestare contro il discorso del presidente al-Assad.