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La nuova ‘amnistia generale’ annunciata il 20 giugno 2011 dal presidente siriano al-Assad non viene incontro alle richieste di riforme politiche sollecitate da mesi nelle manifestazioni in corso in tutto il paese.
Secondo l’agenzia di stampa statale Sana, la nuova amnistia riguarderà i prigionieri affetti da malattie croniche e quelli condannati per alcuni reati penali prima del 20 giugno, come furto e contrabbando. Non si applicherà, dunque, alle centinaia di persone in carcere per aver preso parte a proteste pacifiche.
A seguito di una precedente ‘amnistia generale’, proclamata il 31 maggio, alcune centinaia di prigionieri politici erano stati rilasciati ma altrettanti, se non di più, erano rimasti in carcere, spesso in isolamento e a rischio di tortura.
Nel discorso in cui ha reso nota la nuova ‘amnistia generale’, il presidente al-Assad ha affermato che le richieste di riforme sono legittime ma ha di nuovo chiamato in causa ‘sabotatori armati’.
Da metà marzo, quando sono iniziate le manifestazioni, le forze di sicurezza hanno ucciso almeno 1200 persone. Nelle ultime settimane, circa 20.000 sono fuggiti verso il confine con la Turchia: la metà di essi si trovano nei campi profughi oltreconfine, gli altri in campi improvvisati ancora all’interno della Siria.
(20 giugno 2011) Siria: prove di decessi in custodia dopo gli arresti a Tell Kalakh
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