Siria, l’Esercito libero compie crimini di guerra, poi li condanna e annuncia un’indagine

2 Agosto 2012

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Il 6 agosto, Amnesty International Usa ha diffuso immagini satellitari di Aleppo e dell’area circostante che mostrano l’uso sempre maggiore di armamenti pesanti, anche nelle zone residenziali. Guarda le immagini

In relazione all’annuncio dell’Esercito libero siriano (Els) sull’apertura di un’indagine sull’uccisione illegale di 14 esponenti del clan al-Berri, avvenuta nei giorni scorsi nella zona di Aleppo, Amnesty International ha chiesto che tale indagine sia condotta in modo imparziale, indipendente e approfondito e che le sue conclusioni siano trasmesse alla Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite sulla Siria.

In un’intervista televisiva diffusa il 1° agosto Fahad al-Masri, responsabile per i rapporti coi mezzi d’informazione dell’Els, ha condannato le uccisioni, ha annunciato l’apertura dell’indagine e ha dichiarato che i responsabili saranno chiamati a rispondere del loro operato.

Nelle immagini diffuse attraverso i social media, apparentemente filmate dalla brigata al-Tawhid dell’Els, si vedono i membri del clan al-Berri, una famiglia sunnita pro-Assad, fatti uscire da un edificio nella zona di Bab al-Nairab e successivamente uccisi. Secondo attivisti locali per i diritti umani, le persone uccise sarebbero in tutto 14, tra cui anche il capo del clan al-Berri, Ali Zein al’Abdeen Berri.

Uccidere prigionieri è una grave violazione dei diritto internazionale umanitario e costituisce un crimine di guerra. La dirigenza dell’Els ha il dovere di porvi fine immediatamente‘ – ha dichiarato Philip Luther direttore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.

(01/08/2012) Siria: Amnesty International, ad Aleppo dalla repressione indiscriminata al conflitto armato

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