Siria: liberare tutti i prigionieri di coscienza dopo l’amnistia

26 Ottobre 2012

Tempo di lettura stimato: 4'

Amnesty International ha oggi dichiarato che tutti gli attivisti non violenti e gli altri prigioni di coscienza detenuti in Siria devono essere liberati dopo l’amnistia concessa in vista della festività religiosa di Eid al-Adha.

Martedì, il presidente Bashar al-Assad ha annunciato un’amnistia generale, riducendo o annullando i periodi di detenzione per la maggior parte dei reati.

Ma poiché l’amnistia non riguardava coloro che non erano ancora stati incriminati, ha di fatto escluso molte persone che sono attualmente detenute solamente per aver esercitato i loro diritti fondamentali, come la libertà d’espressione e di riunione pacifica, o per aver fornito assistenza umanitaria o trattamenti medici.

L’amnistia ha anche escluso coloro che erano stati accusati o condannati secondo la legge antiterrorismo del 2 luglio, che in alcuni casi è stata utilizzata per imprigionare attivisti non violenti.

‘Questo è il sesto decreto di amnistia emesso dallo scorso anno. Ma centinaia di attivisti non violenti, volontari, avvocati, dottori e giornalisti sono stati ancora una volta esclusi – paradossalmente anche perché in molti casi queste persone sono state detenute per lunghi periodi senza accusa’ – ha dichiarato Philip Luther, direttore del Programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.

‘Le autorità siriane devono liberare tutti i prigionieri di coscienza, subito e in modo incondizionato. Tutti gli altri dovrebbero essere accusati di reati di accertata natura penale e processati secondo gli standard internazionali per il processo equo, o rilasciati’ – ha aggiunto Luther. ‘Il governo siriano dovrebbe garantire l’immediato accesso senza restrizioni della Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite sulla Siria e di altri osservatori internazionali indipendenti al paese, inclusi tutti i luoghi di detenzione’.

Migliaia di siriani – uomini, donne e bambini – sono stati arbitrariamente detenuti a partire dall’inizio delle proteste antigovernative dello scorso anno e, in molti casi documentati, sono stati torturati o altrimenti maltrattati. Alcuni sono stati vittime di sparizione forzata.

Le forze di sicurezza siriane hanno condotto una vasta e sistematica campagna di tortura di detenuti in tutto il paese. Ex prigionieri, alcuni dei quali sono usciti dalla Siria, hanno denunciato torture, inclusi abusi sessuali. Le violazioni comprendono lo stupro, scosse elettriche ai genitali e in altre parti del corpo, colpi con bastoni e cavi, soprattutto in parti sensibili, bruciature e l’obbligo di rimanere nudi.

Alcuni membri dell’opposizione siriana, incluso l’Esercito libero siriano e altri, hanno sottoposto i membri o sospetti sostenitori delle forze di sicurezza del governo siriano e delle milizie governative shabiha, che hanno catturato, a torture e altri maltrattamenti, sebbene il fenomeno abbia avuto una dimensione molto minore rispetto agli abusi commessi dalle forze del governo.

Oltre alla concessione dell’ultima amnistia, il governo siriano ha accettato di osservare il cessate il fuoco durante la festività di Eid al-Adha proposto dalle Nazioni Unite.

‘Se la tregua delle ostilità fosse realmente rispettata, questo darebbe a tutte le parti in conflitto una pausa per riflettere sulla minaccia umanitaria costituta dai combattimenti’ – ha concluso Luther. ‘Tutte le parti coinvolte devono rispettare i principi del diritto internazionale umanitario per ridurre al minimo la sofferenza dei civili nel conflitto’.