Siria: sit-in a Roma, associazioni e ong chiedono #stopbombardamenti in Siria

1 Settembre 2016

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Un sit-in a Roma per chiedere lo stop immediato dei bombardamenti su Aleppo e Mambij. Da Amnesty a Unicef, da Articolo 21 alla Fnsi si è levato alto l’appello alle istituzioni e alla politica affinché si attivino per spingere sulla tregua chiesta a gran voce dalle Nazioni Unite e dal popolo siriano.

A un anno dalla morte del piccolo Aylan, associazioni e ong come Unicef, Amnesty International, Comunità di Sant’Egidio, Articolo 21, Arci e Fnsi sono scese in piazza con bandiere, striscioni e cartelli per dire #stopbombeinsiria e lanciare un appello all’Italia, all’Ue e all’Onu perché si giunga a una tregua duratura e si permetta l’apertura di corridoi umanitari.

‘Un anno fa veniva ritrovato Aylan – ha detto Antonella Napoli, giornalista e membro del Consiglio di presidenza di Articolo 21 – e il mondo si era indignato e aveva gridato all’orrore per il conflitto in Siria. Oggi nulla è cambiato. Ci indigniamo per la foto di Omran, ma siamo sempre nella stessa situazione. Anzi. La situazione peggiora di giorno in giorno’. 

‘Non è cambiato nulla – ha rincarato la dose il portavoce di Amnesty International Italia, Riccardo Noury – dobbiamo chiedere che, mentre i negoziati di pace vanno avanti con tempi elefantiaci, vengano effettuati provvedimenti immediati. Occorre pretendere la fine degli attacchi contro centri abitati e infrastrutture civili e la cura bambini’.

‘Dal 2013 – ha ricordato il portavoce di Unicef Italia, Andrea Iacomini – il numero di bambini morti nel conflitto in Siria è quintuplicato: chiediamo un impegno maggiore ai governi, per fermare questa guerra, e ai cittadini, perché scendano in piazza per la pace.
Di pace non ne parlano né Di Maio né Di Battista nei loro tour per l’Italia. E non se ne parla neanche alle feste di partito, dove gli argomenti principali sono l’Italicum e il referendum’.

‘Non ci sono più scuse, le grandi potenze fanno finta di nulla’, ha insistito Mauro Garofalo della Comunità di Sant’Egidio. ‘Bisogna mettersi intorno a un tavolo e fermare questa guerra’, ha ribadito la presidente dell’Arci Francesca Chiavacci. Anche la stampa, ha aggiunto il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, può avere un ruolo e dare ‘forza alle voci che arrivano dalla Siria: dei giornalisti, degli intellettuali e dei blogger. Amplifichiamo quei messaggi. Nessuno si può sentire non coinvolto. Bisogna bloccare questo massacro subito’. 

A concludere l’iniziativa è stata la voce di Shady Hamadi, scrittore italo-siriano, ha ricordato la necessità di una mobilitazione civile e culturale a sostegno di coloro che in Siria non si rassegnano a continuare a vivere sotto una dittatura o a iniziare a vivere sotto il fanatismo religioso.