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Si vedono barili bomba cadere ed esplodere all’interno della città e civili, bambini e anziani compresi, descrivere il terrore di vivere sotto questi incessanti attacchi in una città sotto assedio.
‘Questi vogliono uccidermi‘ – risponde una bambina quando le viene chiesto di parlare delle bombe.
In un’altra terrificante immagine, un giovane ferito accanto al corpo del fratello ucciso da un barile bomba lo supplica: ‘Fratello, ti prego, non lasciarmi‘.
‘Risulta difficile persino immaginare la dimensione e la profondità della sofferenza dei civili di Daraya e degli altri centri sotto assedio in Siria, alcuni dei quali non hanno ricevuto alcun aiuto umanitario durante anni di conflitto. Ogni giorno che passa senza ricevere aiuti significa che la crisi di Daraya si fa più acuta‘ – ha commentato Mughrabi.
‘Ai negoziati di pace di Ginevra è assolutamente fondamentale considerare in via prioritaria l’accesso umanitario a queste aree. Anche se dal 26 febbraio la maggior parte delle armi tace e su Daraya non piovono più barili bomba, la minaccia che tutto questo ricominci deve essere presa sul serio e occorre che i responsabili dei crimini di guerra commessi durante il conflitto siriano siano chiamati a renderne conto‘ – ha sottolineato Mughrabi.
Dal novembre 2012, oltre all’immane distruzione causata da migliaia di barili bomba, le forze governative siriane hanno isolato Daraya e non fanno passare alcun aiuto umanitario.
Gli operatori sanitari non hanno forniture minimamente adeguate per affrontare la crisi umanitaria in atto. L’unico ospedale da campo rimasto in funzione nella città assediata è stato colpito 15 volte dalle forze governative.
L’Ufficio medico di Daraya ha inviato ad Amnesty International gli elenchi di oltre 100 medicinali, forniture e attrezzature di cui ha urgente bisogno, tra cui antibiotici, antidolorifici, anestetici, disinfettanti e altro materiale per pulire, brande e barelle da ospedale e macchinari per la dialisi ed esami diagnostici.
Secondo un rapporto del Segretario generale delle Nazioni Unite al Consiglio di sicurezza e nonostante ripetuti solleciti da parte delle stesse Nazioni Unite, il 26 marzo (un mese dopo l’inizio della ‘cessazione delle ostilità’) il governo siriano non aveva ancora garantito l’accesso degli aiuti umanitari in almeno sei aree sotto assedio, tra cui Daraya e alcune zone della Ghouta orientale.
Il governo siriano deve urgentemente consentire l’ingresso degli aiuti umanitari a Daraya, com’è obbligato a fare secondo il diritto internazionale umanitario e le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, cui è vincolato.
Il Gruppo internazionale di sostegno alla Siria e le agenzie delle Nazioni Unite, soprattutto l’Ufficio di coordinamento delle questioni umanitarie (Ocha) devono assicurare che gli aiuti arrivino effettivamente a Daraya e nelle altre aree sotto assedio.