Somalia, prematuro togliere l’embargo Onu sulle armi

5 Marzo 2013

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Amnesty International ha sollecitato il Consiglio di sicurezza a considerare prematura l’opportunità di togliere l’embargo sulle armi alla Somalia. Una decisione del genere potrebbe consentire ai gruppi armati come al-shabab di entrare in possesso di nuovi armamenti.

Sebbene le condizioni di sicurezza siano migliorate in alcune zone del paese, compresa la capitale Mogadiscio, i civili corrono ancora un elevato rischio di essere uccisi o feriti nei combattimenti, negli attacchi aerei, nei bombardamenti, negli attacchi suicida e a causa di improvvisati ordigni esplosivi.

‘Senza adeguate garanzie, i trasferimenti di armi potrebbero esporre i civili ancora maggiori e peggiorare la situazione umanitaria nel paese’ – ha dichiarato Gemma Davis, ricercatrice di Amnesty International sulla Somalia.

‘Da anni, l’embargo sulle armi alla Somalia viene violato grazie alla fornitura di armi ai gruppi armati che prendono parte al conflitto. L’afflusso di armi in Somalia ha alimentato gravi violazioni dei diritti umani’ – ha sottolineato Davis.

L’ampia disponibilità di armi a Mogadiscio e altrove continua a procurare grande insicurezza per la popolazione civile.

Nel corso di un recente dibattito sulla Somalia al Consiglio di sicurezza, il vice primo ministro e ministro degli Affari esteri Fowsiyo Yusuf Haji Adan ha chiesto sostegno economico e militare per consolidare la pace e recuperare zone del paese in mano ai gruppi armati. Adan ha anche chiesto la fine dell’embargo sulle armi, promettendo che il governo avrebbe messo in piedi ‘quei meccanismi necessari ad assicurare che le armi non finiranno nelle mani sbagliate’.

Pur apprezzando queste intenzioni, Amnesty International ritiene che tali meccanismi dovrebbero essere istituiti prima di qualsiasi decisione del Consiglio di sicurezza e dovrebbero dimostrare di essere efficaci.

‘Invece di toglierlo, il Consiglio di sicurezza dovrebbe rafforzare l’embargo prevedendo regole ancora più rigide per impedire che le armi finiscano nelle mani sbagliate e siano usate per compiere violazioni del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario’ – ha concluso Davis.