Spagna: cosa si rischia quando “Pegasus” è usato dai servizi segreti nella totale impunità

27 Maggio 2022

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Il primo ministro spagnolo Pedro Sánchez ha riferito ieri al Congresso sull’uso del software “Pegasus” da parte dei servizi segreti per spiare esponenti politici.

Amnesty International ha chiesto alle autorità spagnole di riesaminare urgentemente le norme vigenti al fine di limitare la sorveglianza segreta delle comunicazioni.

L’organizzazione per i diritti umani ha inoltre reso note dieci raccomandazioni al fine di scoprire cosa sia accaduto, di adottare misure in favore delle vittime di violazioni dei diritti umani e di impedire l’uso, in futuro, della sorveglianza di massa e arbitraria.

“I servizi segreti devono rispettare gli standard sui diritti umani. Le attività d’indagine dei servizi segreti, laddove possano portare a un maggiore controllo della criminalità, prevedono garanzie assai deboli. Il rischio è quello di agire nella totale impunità”, ha dichiarato Esteban Beltrán, direttore di Amnesty International Spagna.

Le dieci misure raccomandate da Amnesty International comprendono:

– la necessità di un’indagine approfondita, indipendente ed efficace su quanto rilevato dal “Pegasus Project” circa la sorveglianza di esponenti politici catalani e baschi, e di una piena collaborazione con i procedimenti giudiziari in corso o futuri;

– la necessità che il governo tenga fede all’impegno preso di sospendere l’uso di questi strumenti di sorveglianza fino a quando non sarà approvata una normativa adeguata a rispettare i diritti umani;

– l’urgente adozione di modifiche legislative che aumentino i controlli del potere giudiziario sulle indagini dei servizi segreti e rafforzino le garanzie a difesa delle persone sotto indagine, così come la modifica della Legge sui segreti di stato in modo che possibili violazioni di diritti umani non possano essere celate per motivi di segretezza;

– l’istituzione di una commissione che riferisca le sue conclusioni alla Commissione ad hoc nominata dal Parlamento europeo sulle infrazioni alle leggi dell’Unione europea relative all’uso di “Pegasus”.

L’impunità di questo genere di sorveglianza ha messo in luce anche la necessità di aumentare i controlli e le garanzie giuridiche e operative. I governi non hanno fatto abbastanza per indagare né per fermare le violazioni dei diritti umani causate da spyware invadenti come ‘Pegasus’.

L’uso, la vendita e il trasferimento di questa tecnologia di sorveglianza devono essere temporaneamente sospesi per impedire ulteriori violazioni dei diritti umani”, ha concluso Beltrán.