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La Federazione interazionale delle associazioni calcistiche (Fifa) ha affidato all’Arabia Saudita l’organizzazione del mondiale di calcio per club del 2023, in programma a dicembre.
“La Fifa ha ancora una volta ignorato la gravissima situazione dei diritti umani in Arabia Saudita. Come se non fosse bastato conferire all’Ente saudita per il turismo la sponsorizzazione dei Campionati mondiali di calcio femminile, ha assegnato al regno saudita il Mondiale di calcio per club senza prendere nella minima considerazione la violazione del diritto alla libertà d’espressione e la discriminazione nei confronti dei lavoratori migranti. Ancora una volta, la Fifa ha abiurato alle sue politiche in tema di diritti umani e si è resa complice dello sportwashing”, ha dichiarato Steve Cockburn, direttore del programma Giustizia economica e sociale di Amnesty International.
“Negli ultimi mesi, le autorità saudite hanno inasprito la già brutale repressione nei confronti della libertà d’espressione, attraverso lunghe condanne – da 10 a 45 anni di carcere – inflitte a chi aveva solo espresso le sue pacifiche opinioni online”, ha aggiunto Cockburn.
La Fifa ha reso noto di aver realizzato ricavi per 7,5 miliardi di dollari nel periodo 2019-2022 e prevede di incassarne undici nei prossimi quattro anni. Eppure, non ha ancora accolto la richiesta di istituire un fondo di risarcimento per i lavoratori migranti in Qatar.