Sri Lanka: “Fermi le esecuzioni, Signor Presidente”

25 Febbraio 2019

Tempo di lettura stimato: 5'

Il segretario generale di Amnesty International, Kumi Naidoo, scrive al presidente srilankese Maithripala Sirisene

Il presidente dello Sri Lanka, Maithripala Sirisena, dovrebbe sospendere il suo piano di riprendere le esecuzioni capitali dopo oltre quattro decenni, per giustiziare 13 persone per crimini legati alla droga, ha dichiarato oggi Amnesty International.

In una lettera aperta, il Segretario generale di Amnesty International, Kumi Naidoo, esorta il Presidente Sirisena a rispettare gli impegni internazionali dello Sri Lanka, a rispettare il diritto alla vita, e a evitare le esecuzioni che hanno dimostrato di non avere alcun effetto deterrente speciale sulla criminalità.

“Le esecuzioni, signor Presidente, non sono una dimostrazione di forza, ma un’ammissione di debolezza”, scrive Kumi Naidoo nella lettera aperta. “Rappresentano il’incapacità di riuscire a creare una società in cui la protezione del diritto alla vita sia superiore alla tentazione della vendetta”.

“Per quelli di noi che credono che la vita umana debba avere il valore più alto, portarla via è l’atto più meschino. Ci è chiaro quando una persona commette un omicidio, ma scegliamo di dimenticarlo quando lo stato mette qualcuno a morte, infliggendo lo stesso dolore e la stessa perdita a coloro che non hanno alcuna responsabilità per il crimine “.

Ampi studi criminologici hanno dimostrato che la pena di morte non ha alcun effetto deterrente particolare. Le città di dimensioni simili di Hong Kong e Singapore hanno intrapreso strade diverse. Hong Kong ha abolito la pena di morte più di mezzo secolo fa, mentre Singapore la mantiene. Il tasso di omicidi in entrambe le città, tuttavia, è rimasto sorprendentemente simile.

Anche nei paesi che mantengono la pena di morte, Kumi Naidoo sottolinea nella sua lettera “c’è un crescente riconoscimento del fatto che la pena di morte non è un deterrente efficace per i crimini legati alla droga”.

La Repubblica islamica dell’Iran è stata uno più prolifici esecutori della pena capitale nel mondo, mettendo a morte migliaia di persone. Ma alla luce di questo fatto, l’Iran ha ora modificato le sue leggi sulla droga, con una conseguente riduzione significativa delle esecuzioni di persone condannate per reati connessi alla droga.

Kumi Naidoo ha anche avvertito lo Sri Lanka di non perseguire la via delle Filippine, che il Presidente Sirisena ha recentemente visitato ed elogiato come esempio da seguire.

“Con il presidente Rodrigo Duterte”, scrive il segretario generale di Amnesty International, c’è stata “una tremenda ondata di esecuzioni extragiudiziali di sospetti reati di droga negli ultimi tre anni”.

“Lungi dal liberare le strade dal crimine, questa campagna omicida ha causato la morte di oltre 4.000 persone – tra cui decine di bambini – in quelli che potrebbero costituire crimini contro l’umanità “.

Le uccisioni nelle Filippine, che hanno principalmente colpito le persone che vivono in quartieri impoveriti, sono attualmente oggetto di un esame preliminare da parte dell’Ufficio del Procuratore presso la Corte penale internazionale.

Nella lettera aperta, Amnesty International sollecita il presidente Sirisena a:

  • Interrompere immediatamente i piani per l’esecuzione di almeno 13 persone, e riesaminare tutti i casi di persone condannate a morte al fine di commutare le loro condanne a pene detentive
  • Stabilire una moratoria ufficiale sulle esecuzioni, con l’intenzione di abolire la pena di morte, in linea con sette risoluzioni adottate dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite dal 2007, tra cui la più recente risoluzione 73/175 del 17 dicembre 2018 che lo Sri Lanka ha sostenuto

Roma, 21 febbraio 2019

Qui la lettera aperta.

Per interviste:

Amnesty International Italia – Ufficio Stampa

Tel. 06 4490224 – cell. 348 6974361, e-mail: press@amnesty.it